low profile. per tutti

sabato alle quattro emmezza partiamo, in ritardo per colpa mia, in direzione bologna, cantina bentivoglio. siamo io, ale, ago, ste e fast. c'è un sole in cielo che scalda ovunque. mi dicono che aspettavano me per sentire un po' di bella musica dal mio ipod. invece no, ste ha portato il suo: tom waits, paolo conte, capossela e battisti. andata e ritorno.
e io dietro, nell'ultimo sedile di una monovolume, all'angolo destro, sulla ruota, avvolta da mille cappotti e incastrata tra un contrabbasso e un reggichitarre (un pericolosissimo, reggichitarre).
non ci metto molto a farmi avvolgere dall'autunno caldo che c'è fuori, dal fumo, dalla voce di waits, e da quella di ste che lo imita, dalle risate di ale, dalle bestemmie di fast e dalle massime di vita di ago. chiudo gli occhi e mi addormento. mi risveglio poco dopo e quasi non riesco a deglutire. mi sento la gola grossa, mi fa male solo a sfiorare le tonsille. ste, una volta arrivati, mi conferma che ho due malefiche placche in gola.

la cantina bentivoglio è davvero un posto molto bello.
ci fermiamo fuori mezzi stupiti dalla locandina fatta per stefano e la band, e per il programma in cartellone: spinetti e magoni, paolo fresu… tessadri. bel colpo questo, davvero.
sono tutti molto gentili, e una volta fatto un rapido sound check, il proprietario comincia a parlare con ago di un certo jimmy.
ora, sentire parlare un bolognese e un calabrese di uno che si chiama jimmy mi ha fatto molto film noir. jimmy viene spesso alla cantina bentivoglio, anche a suonare. sotto falso nome però (cazzo, non si chiamerà per davvero 'jimmy'?).
jimmy è un fenomeno (no alle facili battute, grazie), è simpaticissimo.. dicono loro.
poi mi guardano. in quattro. mi vedono vagamente inebetita e pensierosa.
"hai capito di chi stanno parlando vero?".
"no, chi è 'sto jimmy?"
"jimmy villotti"
"non è vero"
"si, viene spesso qui, l'abbiamo anche rivisto l'ultima volta a livorno, al ciampi. presentava il suo libro"
"ma va'"

ci sediamo per la cena, il locale è già pieno.
caffè, grappa. usciamo per l'ultima sigaretta prima del concerto.
stefano, fast ed ago salgono sul palco.stefano inizia alla grande, il pubblico, anche se un po' freddino e lì per ascoltare musica di sottofondo, apprezza, applaude, si diverte.
fast sorride con stefano. ago ogni volta che passa la cameriera bionda, guarda me e ale e tira fuori la lingua facendo di tutto.
dopo cinquanta minuti si fa una pausa. ago e fast escono a fumare. io, ale e ste rimaniamo al tavolo.
di ritorno ago dice:
"hai visto, c'è jimmy"
"non è vero", risponde ste
"si si, ha detto anche che viene su a fare un pezzo con noi"
ma questa si capisce subito che è una cazzata. la prima invece…
jimmy arriva. si siede al nostro tavolo con in mano una grappa. si leva la giacca e saluta tutti.
mi guarda e si presenta. io stringo forte quella mano. proprio forte.
comincia a parlare. si parla del ciampi, si parla di guccini, si parla della musica.. non di musica, della, musica.
dice poi una cosa verissima. che è meglio tenere un profilo basso nella vita. che non vuol dire essere umili. solo farsi i fatti propri...
pagherei di tasca mia una pubblicità progresso per promuovere questo concetto. tant'è…

stefano risale e fa due brani al pianoforte. lo raggiungono fast e ago, ed è il momento della cover di de andré. dopo un altro paio di brani, è la volta della cover di paolo conte, 'via con me'.
stefano la suona, la canta, fast e visibilmente emozionato di suonarla con di fronte villotti.
ago cerca il fondoschiena della cameriera e soffia dentro al suo basso tuba.
villotti guarda, poi ogni tanto guarda me e ale. sorride.

il concerto finisce. torniamo fuori a fumare tra i complimenti dei presenti, di jimmy e del proprietario della cantina.
vado in bagno. sento aprire la porta e qualcuno entra in quello degli uomini.
probabilmente pensa di essere solo perché comincia a cantare una canzone d'amore d'altri tempi. mentre mi lavo le mani riconosco la voce.. c'ho parlato un attimo prima. è jimmy.
mi guardo nello specchio e mi viene da ridere. anzi, rido proprio.
esco e lo incrocio. si mette a ridere anche a lui, mi dice che non sapeva fossi in bagno anche io, e che la canzone che stava cantando si intitola 'la canzone dello sciacquone'.
rido ancora, praticamente ho le gote sopra la fronte. mi capita così quando sono imbarazzata, emozionata e felice tuttassieme.
usciamo insieme dal bagno e mi dice che mi è andata bene, perché di solito gli ometti in bagno da soli si lasciano andare a spiacevoli sonorità. io, piena di grappa fino agli occhi, gli rispondo di non preoccuparsi affatto, che tanto noi donnine facciamo tanto le fighette ma in realtà siamo peggio dei maschietti, in certe situazioni.
'sta volta è lui ad essere mezzo imbarazzato e divertito. mi guarda, mi fa un largo sorriso e mentre, fuori dal bagno, ognuno prende la sua strada, mi dice: "sei forte".
io sorrido, abbasso la testolina di cazzo che mi ritrovo e rido. fino a fuori. dove trovo ale e ste che vanno avanti a fumare. glielo racconto. gli racconto che per jimmi io sono forte.


smontiamo il palco, mettiamo tutto sotto i portici, il tempo di un ultimo sorso mentre si carica la monovolume e poi torniamo dentro a salutare.
jimmy è seduto ad un tavolo con il proprietario. si vede che sono amici da tempo.
lui ha davanti un piatto di gamberoni davvero invitante.
sarà l'una passata.
ci stringiamo intorno al tavolo, salutiamo entrambi. jimmy ci ringrazia di averli interrotti perché stavano cominciando a parlare di sacre scritture e probabilmente sarebbero andati avanti per ore. saluto il proprietario.
saluto jimmy, per ultima.
mi guarda, si mette di nuovo a ridere e mi dice: "ricordati quello che ti ho detto prima".

ora. non mi interessa che quel 'sei forte' me l'ha detto così a caso, come prima cosa che gli è venuta in mente, fuori da un bagno e in preda ad una situazione mezza imbarazzante.
non mi importa nemmeno che quel 'ricordati quello che ti ho detto prima' è stata senz'altro una frase da signore, spinta dalla circostanza.
mi importa soltanto togliermi queste piccolissime e personalissime soddisfazioni.
raccontarle, romanzarle.. a mio modo, e quindi male.
Ma, così è se vi pare.. e a me pare proprio di si.

 d.


frase del giorno (di quel giorno, sabato 3 novembre).
autore ed interprete della frase: ago
"a quella se gli dai la minchia devi chiamare i carabinieri per fartela restituire"


grazie

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