olive taggiasche

è pazzesco: ho aperto il sito della warner per cercare un'informazione ed è partito il banner musicale di Arisa, con in promozione l'ultimo singolo, 'Io sono'.

sono stata immediatamente catapultata a febbraio, a sanremo, al ritorno in auto con zanetti, al primo ascolto di quel disco, ai nostri commenti, alle canzoni risentite.
e poi via.
le cinque del mattino tutte le sere, l'incontro con agnelli che pensavo fosse antipatico e snob ed invece si sa davvero divertire e sa davvero stare dove lo si mette.
l'incontro con simona orlando del messaggero, persona fantastica.
la doccia delle sei e mezza per essere a cena con capitan zanetti e poi in sala stampa per le otto e mezza.
l'odore del palmolive alle olive verdi, o una cosa simile.
il sottocantina che condividevo con porfirio rubiriosa e i suoi simpaticissimi (davveo) amici di san donà di piave.
l'entrata in sala stampa alla sera, puliti, profumati, vestiti a nuovo.
gli sguardi, i copmplimenti, i battiti, le attese, gli sms, i sospiri, i caffé e gli ammazza caffé.
la venegoni in bagno che fuma di nascosto.
l'odore della carta, dei giornali.
il ticchettio dei tasti della tastiera del pc. moltiplicato per cento e passa.
i quotidianisti che saltano sulle sedie e corrono a destra e a sinistra per uno scoop che non c'è.
loro, gli ultimi ad andare via la sera, gli ultimi ad arrivare alla mattina.
noi, i primi ad andare via, i primi ad arrivare.
e mi sembra giusto.
alessandro haber.
zanetti che saluta agnelli e si baciano sulle guance.
il mare.
patty pravo che mi apre la porta del bagno.
le focacce.
il cesto di benvenuto con i prodotti tipici la prima sera di gala.
vincent cassel.


faccio inversione e ritorno al sito della warner.

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