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basta, di modifiche per oggi ne ho fatte fin troppe.
spero di non toccare più il 'personalizza' di questo blog e lasciarlo in pace così com'è.

la pausa pranzo l'ho impegnata nell'acquisto di regali natalizi.
sono rientrata in ufficio con: un rotolo di carta igienica con sopra dei cactus, una scatoletta con le braccia e la faccia di un omino che escono dall'alto, in posizione sollevamento pesi, che quando schiacci la testa dell'omino in già, sparisce con tutte e due le braccia nella scatoletta e riappare un secondo dopo con uno stuzzicadenti (tenete bene a mente la posizione del sollevamento pesi), tre segnalibro di stoffa e lana cotta, tipo.

bella roba.

alla fnac ho incontrato Luca, il Tamba.
quanto mi piace il Tamba.
è un amico del panz, l'ho conosciuto un anno e mezzo fa al concerto del Boss, e già allora, quando avevo parlato del concerto, lo citavo nei miei scritti:

26 giugno 2008
"E io quasi mi vergogno, perché sto in mezzo ad una combriccola di appassionati che mi punge in continuazione per via dei brividi sulla pelle.
E io vorrei averceli, ma non mi sento all'altezza.
Non è mio quell'uomo, è solo loro.
E io mi giro verso il Panz e gli dico: 'Ho sbagliato tutto, non ho mai capito niente'
E lui mi dice di no, che quello è il momento del riscatto".

be', l'ho incontrato tra gli espositori dei dvd e abbiamo fatto una bella scenetta.
abbiamo girato un po' tra i film, gliene ho consigliato uno che ha comprato, "Ogni cosa è illuminata", che ho visto al cinema e che considero un capolavoto.
poi secondo me il Tamba ha fatto l'acquisto del secolo, ha trovato (ma era anche davanti ai miei occhi), una scatola laccata rossa, fighissima, che contiene dvd e libro de "Il diavolo veste Prada".
tutto il cofanetto per dieci euro e novanta.
fighissimo.
dice che non sa a chi regalarlo ma che vale la pena prenderlo, e ha fatto bene.

dopo poco l'ho salutato, baciato, augurato un buon natale e ho preso le scale mobili per scendere.
lui si è facciato urlando 'aspetta, a proposito...' - o qualcosa del genere - 'ho letto la tua rece sul concerto dei Green Day, bellissima'.

ho sorriso, e via.
bravo Tamba.

forse oggi, grazie a questa annaffiata di acqua al mio ego salatissimo, sarò meno cinica.




P.S.

prima di entrare alla fnac, all'angolo ho incrociato un uomo che al telefono ha detto: 'ma non piangere, piangere non serve'
col cazzo!
piangere serve, serve eccome.
piangere ti fa arrossire le gote, ti fa tirare su con il naso, ti fa fare smorfie terrificanti quanto rigeneranti.
piangere ti fa respirare profondo, ti svuota per lasciare posto ad altre lacrime, ti fa sentire patetica e spropositata e finalmente ti rendi conto che tocca a tutti prima o poi.
piangere ti fa venire il mal di testa, un terribile mal di testa, ti fa venire le guance rosse e le gote rigide, e quando passa, se passa, sei talmente sfinito che ti lavi la faccia, ti sdrai e muori.
piangere serve.
serve a non essere disperati.
serve a non scattare d'ira per niente.
serve perché a volte non ci resta che fare quello.


Commenti

  1. ma dov'ero prima?
    prima quando tu scrivevi e io non leggevo?
    uhm...
    guardo il calendario.

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