carioca

comunque.
ieri in realtà non è che volessi scrivere quella spatafiata sull'ammmmmore.
è che era davvero una due giorni (mercoledì e giovedì) di separazioni e chiarimenti, per cui mi è partita la tastiera e mi è venuta così.

in verità ieri avrei voluto scrivere due cose.

la prima: ma la gente che abita in corso buenos aires, dove cazzo va a comprare il pane? non c'è un panificio ch esia uno, se non nelle viette inculate.
ma possibile? no, diamine.

la seconda: ieri, alla Metratron, ho intervistato i Perturbazione. All'appello erano presenti Tommaso e Gigi, nelle retrovie Rossano e Cristiano, ma le due chiacchiere le ho fatte T. e G.
che dire. persone stupende, e non ne avevo il minimo dubbio, ma a volte avere la conferma di cose date per scontato a) ti fa capire che mai niente è scontato b) ti fa stare proprio bene.
e i Perturbazione sono così: timidi e discreti, tranquilli e intelligenti, appassionati e sensibili, pigri e determinati, coinvolgenti e raffinati.

spesso mi capita di intervistare persone curiose, ma non sempre qualcuna di loro mi lascia così un buon sapore in bocca.
questo mestiere, pur bello che sia, non sempre ti da la certezza di essere all'altezza della situazione. e mica dipende da quante copie ha venduto l'artista che hai di fronte, no. dipende da quando gli vuoi bene. ecco.
e se un giorno capirò che non vorrò bene abbastanza al mio lavoro e agli artisti che mi trovo davanti, mal che vada mi aprirò un panificio in buenos aires.

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