London calling

e la vostra dani che fa? risponde.
risponde e si fa portare a londra per una tre giorni mozzafiato fatta di cibo, giri mano nella mano, elefantini colorati e un mondo tutto da scoprire.
le case bianche di victoria station, take away ad ogni angolo, paratine e snack colorati a riempire ogni bancale, pub tranquilli e silenziosi, caldi e profumati, con venti e passa spine di birre a contornare banconi di legno scuro, antichi e possenti.
autobus e metropolitane, gente che mangia ovunque, persone gentili, eccessi mai visti, food halls da far venire un infarto, starbucks che sinceramente non mi hanno fatto impazzire, pret a manger da svaligiare, ristonanti indiani da dormirci dentro, wasabi da assaltare, real ale da scolare con calma, cieli blu nei quali perdersi, vento freddo dal quale fuggire e nuvole dalle quali scappare silenziosi, sole da rincorrere e giardini nei quali sonnecchiare, negozi da osservare con cura, quartireri come la bellissima piccadilly, la spumeggiante soho o la magica china town da girare con attenzione e ammirazione, facendosi trasportare da colori, facce, profumi e intenzioni. girarsi ogni tanto, raccogliere un abbraccio, pisolare in un viaggio in metrò, fermarsi in mezzo a
tutti a rubare un bacio.




























questa è stata la mia prima Londra.


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