spendi spandi effendi

che poi non ci vuoi andare, ma al centro commerciale, che sia la vigilia o la pre-vigilia, ti ci ritrovi.
e così succede anche a me. di portare mamma o chi per lei a fare gli ultimi regali, comprare le ultime cose per fare il pranzo e bla bla bla.
e allora andiamoci a 'sto cacchio di centro commerciale
"che magari salta fuori anche che ti prendo qualcosa"
"ma a chi, a me? ma non mi serve nulla, perché?"
"a te serve sempre qualcosa, sei così in disordine quando vai in giro"
"e quindi?"
"e quindi ti prendo il profumo che l'hai finito da 2 anni e non l'hai ancora comprato"
"per forza, cosa 60 euro. e poi scusa, non sarà mica un profumo a mettermi in ordine quando esco.."
"no certo, ma almeno anziché sapere di sigaretta sai di armani"
"a be'.. certo.."



sul luogo del delitto è impossibile muoversi, ma lo si sa. ma ci si va.
per prima cosa andiamo a vedere i prezzi di un telefonino per poi paragonarli ad altri.


poi entriamo all'ipercoppe e andiamo al bancone.
diamine madre, ti servono solo due etti di prosciutto per le crespelle, quindi nemmeno di pregiatissima qualità.. non vanno bene quelli in vaschetta?
sia mai. siiiaaa mai.

prendiamo il numerino: 35.
leggo sul tabellone luminoso: 12. olè
devo perdere del tempo e allora mi metto a studiare quelle tartine di caviale gelatinose che sogno di mangiare da quando ho 5 anni e che invece non mi hanno mai comprato.

poi c'è qualcosa di più interessante che cattura la mia attenzione.
il bancone della gastronomia-affettati-formaggi-carni è precisamente di fronte a quello del pesce, e mi rendo conto che nell'iper si sta creando una divisione naturale.
napoletani, calabresi e vari ed eventuali sono tutti al bancone del pesce, pronti ad accaparrarsi il capitone migliore per la grande cena in famiglia del ventiquattro. socializzano tra loro, si scambiano ricette, sorridono, dicono ai figli di non giocare con il carrello – degli altri – ecc.
i lombardi snob invece, sono tutti al banco dei manicaretti ad ordinare – e a guardare cosa ordinano gli altri (come me…) – un chilo di insalata russa, un chilo di patè, un chilo di mousse gelatinosa al prosciutto, dieci tartine al tonno, dieci al caviale (cinque rosso, cinque nero, please), dieci con gamberetti.. roba da due euro e cinquanta cad. 'sti cazzi.

agguantato il prosciutto e la fontina valdostana, ce ne andiamo a vedere i prezzi del telefonino.
costa meno a mediaworld. andiamoci.


entriamo, prendiamo l'aggeggio, ci facciamo fare la ricevuta ed andiamo in cassa.

e lì succede.
succede che sento per l'ennesima volta quella risposta odiosa ed imbarazzante a quella domanda così tanto semplice e di cortesia:
"buon giorno. ha la tessera?"
"buon giorno signorina io ce l'avrei anche la tessera ma non ce l'ho qui no guardi mi dispiace sa è che la tessera l'ho scordata nel portafogli di mio marito perché stamattina a fare la spesa ci è andato lui e allora mi ha preso tutte le tessere anche quella di mediaworld insieme alla tessera fidaty alla tessera sociocoop alla tessera sanitaria alla tessera bottega verde alla tessera…."

BA – SSS – TA! CI HAI ROTTO I COGLIONi!
dì di no. punto.

chissenefrega del perché non ce l'hai. hai idea di quanto glie ne importi poi alla commessa? per non parlare di quelli che hanno appena pagato e passato la loro tesserina di 'sta cippa e vedendo tutta la scena si voltano con molta disinvoltura, e con una faccia da culo mai vista dicono:
"se per lei non è un problema passerei la mia di tessera. sa, così mi vanno i su i punti.. tanto lei l'ha scordata, sarebbe un peccato..".

per fortuna in dieci minuti siamo fuori dal regno della tecnologia.


vicino al negozio c'è il banchetto della croce rossa italiana (concorrenza.. ehehe) che fa i pacchettini regalo in cambio di un'offerta libera.
mia madre prende due regali e mi chiede di andare a farli impacchettare.

per arrivare al banchetto devo passare accanto allo spazio bimbi.
ed ho sempre molta paura.
soprattutto per i miei timpani.

mi avvicino e vedo un bimbo che mi viene incontro. bellino.
mi guarda, si ferma accanto a me, apre la manina e come per magia il nano mi tira addosso, ad altezza borsa, una manciata di coriandoli. coriandoli.
primo: che cazzo ci fa un bambino di cinque anni in giro da solo in un centro commerciale?
secondo: che cazzo ci fa con in mano dei coriandoli, a natale?
dove lì ha trovati, chi glieli ha dati, a carnevale cosa fa, si veste da babbo natale?

supero lo gnomo ignorandolo, anche se so che passerò l'intera ora successiva a togliermi pezzetti di carta colorati dall'interno della mia borsa.


arrivo al banchetto.
non c'è il numerino da prendere, ci sono quattro "commessi" e la precedenza è affidata al buon senso delle persone. e come ogni volta che è così io mi faccio passare avanti chiunque.
se sto in coda dietro a uno, quando tocca a me arriva la vecchietta ingenua con cinque regali da far impacchettare.
se mi sposto mi becco l'angolo sfigato dove non mi vedranno mai.

finalmente tocca a me, consegno i due regali e mentre la volontaria della cri si appresta a farmi i pacchettini, mi avvicino ad una cassa di cartone e lascio cadere dentro cinque euro in moneta.  ritorno dov'ero prima.
la signora accanto mi guarda severa.
non capisco e le sorrido.
ad un certo punto mi dice che avrei dovuto aspettare di ricevere i pacchettini prima di dare l'offerta:
"per quale motivo, mi scusi?"
"perché così la volontaria la vedeva mentre metteva l'offerta. così invece ci fa una brutta figura".

ah ah ah ah ah.
non è vero.
non sta succedendo a me (a me che faccio la volontaria in croce bianca.. tra le altre cose).
ah ah ah ah.

prendo i pacchetti e me ne vado.


mi volto e come un miraggio vedo mia madre di ritorno da altri acquisti.
"madre andiamocene. hai finito, no?"
"si. tieni"
"cosa"
"questo"
"cos'è"
"aprilo"
"grazie"
"ti piace?"
"be' si, lo uso da dieci anni"
"lo so, ma non è lo stesso"
"si che è lo stesso"
"no, intendevo che la confezione da 50ml era finita. ti ho preso quella da 100mla dire il vero ti ho preso anche la crema corpo"
"uau. va bene il profumo. ma addirittura la crema per il corpo.. non vorrai correre il rischio che doventi davvero una signorina carina tutta in ordine?"
"no"
"cosa"
"non corri questo rischio"
"ecco. appunto"



Passiamo accanto ad un banchetto dove promuovono e vendono una macchinetta che fa la manicure.
la ragazza dello stand mi adocchia ma non mi viene incontro.
mi guarda di traverso invece. sorride, mi strizza l'occhio e mi porge un aggeggio che serve per limare le unghie.
e' il mio momento.
le sorrido, mi brillano quasi gli occhi.
mi avvicino a lei scansando anche due ragazzine.
orgogliosa le porgo la mano libera dai sacchetti.
il suo sorriso si spegne all'improvviso.

ha un'espressione amara in volto e vedo che sta per mettersi ad urlare una frase tipo: "AHHHH! che orrore!!".
invece riesce solo a dirmi:
"ma come fai? non ti fanno male? ma sono ridotte malissimo!"
"ehhhh lo so, a volte sanguinano pure. ma sai com'è.. mi mangio le unghie per cercare di smettere di fumare"
"ma scusami, mangiati una gomma"
"ehhhh no. fumo per smettere di mangiare gomme che poi il dentista si arrabbia"
"va be'. ciao buon natale"
"grazie. buone feste anche a te"

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