he doesn't know why

sto usando un mac. ho un mac.
ho un mac da ieri sera.
me l'ha dato in mano I. una volta entrati in casa sua.
a dire il vero ci ha messo almeno dieci minuti.
mi ha lasciata sola all'entrata, ho visto un sacchetto apple sul mobile ma non mi sono azzardata a fare nessun cenno.
e poi eravamo in silenzio.
da almeno mezz'ora circa.
le ultime parole sono state: "sono esaurito bip, non è possibile che ogni giorno ce ne sia una bip, sono stanco e mi sembra di nuotare contro corrente bip bip bip" (i bip sostituiscono le bestemmie)
in auto è calato il gelo, mi ha guardata e sorriso più volte, stretto la mano forte per farmi capire che non c'entro (e vorrei anche vedere), ma ero stanca e non ho avuto la forza di insistere e farlo parlare.
doveva essere la nostra serata, la prima dopo tanto: cenetta, casa, divano, film... una serata qualunque, ma per noi qualcosa di assolutamente nuovo, visto i ritmi che facciamo.
e invece no. via dal pub alle nove, a letto alle nove e trenta.
che figuratevi voi se a me quel che frega è stare orizzontale alle nove e trenta, anzi, magari succedesse più spesso.
ma ieri sera è stato diverso, aveva bisogno di resettare il cervello, aveva bisogno di spegnere e staccare l'alimentatore della vita.
e così ha fatto, da quando siamo saliti in auto a quando siamo entrati in casa, a quando mi ha appioppato nel buio della cucina il mac, a quando siamo saliti in camera, a quando sono andata a farmi una doccia e al ritorno di I. c'era solo il corpo grande e svenuto.
mi sono infilata sotto le coperte, ho letto fino alle tre e mezza.
ho finito il bellissimo e spiritoso e favoloso (nel vero senso della parola) "L'inventore di sogni" di Ian McEwan che adoro, e sono arrivata a tre quarti di libro di "Io sono il tenebroso" della Vargas, ridendo di tanto in tanto a bassa voce, sospirando qua e là, mentre con gli occhi di rimbalzo puntavo quel testone dormiente.



e mi è montata su un'incazzatura pari a non so cosa. che poi, perché?
uno non può essere stanco?
sì certo, ma anche io sono stanca. ho la parte destra della faccia ricoperta di febbre e herpes (sarà mica per questo che si è addormentato subito senza nemmeno un bacino?), sono tutta nervi e sto in piedi grazie a quelli, in redazione devo sempre fare mille cose che lascio matematicamente indietro, questa settimana lavoro al pub cinque sere per sostituire due ragazze e perché voglio un sacco di soldi, domani ho la notte in croce bianca... eccheccazzo! anche io sono stanca, e mente lui, il nervoso, alle nove era già nel mondo dei sogni, io, la brava bambina, al contrario alle quattro del mattino avevo gli occhi spalancati a scrutare il soffitto.
"Mi spiace averti messa da parte ieri sera, non c'entri, avevo bisogno di spegnere".
è stata la prima frase che mi ha detto quando ho aperto gli occhi.
era lì ad aspettarmi.
io avevo aspettato tutta notte, invece, e al risveglio volevo solo pensare.
non ho fiatato. non ancora.
magari più tardi.
magari anche no.
magari gli corro in contro, gli getto le braccia al collo e lo bacio da pazzi, che tanto ha capito.
ma secondo me, mica ha capito quello che intendo io: io sono stanca, solo questo.
e ho un mac.
e non aiuta, se sei stanca.

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