just relax, take it easy

Treno per Torino, a/r:  40 euro
Pranzare fuori, al Salone del Libro: 10 euro
Spese extra (libri, t-shirt etc.): 60 euro
Telefonare a un giornalista importante e dire "Buongiorno, sono l'ufficio stampa di ****** *****, volevo sapere se lei sarà al Salone del Mobile di Torino...": non ha prezzo


Detto questo, alla fine al salone sono sopravvissuta. Avevo a fine serara un po' di acido lattico e delle caviglie che nemmeno la Sora Lella, ma tanto non ho avuto modo di accorgermene visto che dovevo lavorare al pub. 
Trovo che il salone sia molto dispersivo, di gran lunga caotico, organizzato più o meno bene, nel senso che i tre padiglioni e le lettere giganti al soffitto che indicano i vari stand numerati, sono abbastanza gestibili. Il problema è la gente, ma che ve lo dico a fare: è un fiera, ci sono migliaia di persone che non sanno dove andare e cosa guardare... come chi prende la macchina la domenica pomeriggio, insomma, che esce di
casa per il gusto di uscie e rompe i coglioni a chi invece deve andare in un punto preciso.


La cosa che mi ha sconvolto, oltre al troiaio di finte intellettuali che riempiva alcuni stand, è il fatto che non ci fosse la wire less. Cioè, voglio dire, siamo a Torino, nel centocinquantesimo d'Italia, nella città che è stata la prima capitale, che ospita il salone internazionale del libro, e non c'è una cazzo di linea Internet? Sì, certo. C'è. Duecento euro per cinque giorni a stand. Mavaffanculo.


In ogni caso, siamo a giovedì. Questa notte ho fatto il turno in croce bianca e devo dire che sono stata fortunata, visto che abbiamo dormito tutti tranquilli. Stamani sono stata anche molto brava, sono andata all'ACI per farmi dare la targa per il cinquantino e finalmente l'idea di avere lo scooter si concretizza giorno dopo giorno. Poi sono andata in Banca Intesa a richiedere la carta di credito.
Terrore. Orrore. Pauraaaaaaa!
Non la farei per nulla al mondo, ma mi serve perché la mia amadata Vodafone del cazzo non mi da l'iPhone senza la carta di credito. A me, cliente topultrasuperfigaclub!!!!!
E allora facciamo 'sta cacchio di carta di credito. E pensare che qualche anno fa mi ero già informata.
Mi avevano consigliato di fare la carta flash. Una ricaribile. "Come? Oh no signorina, non la chiami ricaricabile, è una carta di credito a tutti gli effetti, mica una poste pay..."
Ah ecco, mica una poste pay, una carta di credito a tutti gli effetti... Figo, ho pensato. Mi costa come una prepagata ma in realtà è una carta di credito. Entro nel mondo degli adulti, finalmente: la mia prima carta. Torno qualche giorno dopo per ritirarla, e mi consegnano questa:
"COOOSAAAA????"
la rigiro tra le mani. E' verde lime, trasparente, con un cazzo di pesciolino o roba simile, edizione speciale per i campionati di nuoto a Roma del 2009. Mi viene da vomitare.
"Be', sì, lo sappiamo", mi risponde il tipo, "è un po' infantile..."
"UN PO' INFANTILEEEEEEE??"
"Se vuoi ce n'è un'altra"
Il tipo si allontana dalla postazione e ritorna dopo poco. In mano ha una cosa rossa e già mi viene male un'altra volta. Si siede, mi guarda e mi allunga questa:

Bene. Ora sento nettamente il sapore della bile in bocca. Prendo la mia cazzo di carta flash con il pesciolino e me ne vado stizzita.
Inutile dirvi che non è una carta di credito a tutti gli effetti, e soprattuto, utile invece sottolinearlo, è un pena infina doverla utilizzare per via dei mille passaggi che si devono fare per creare un cacchio di codice da usare one shot o per più operazione.
Dannata sia la Banca Intesa.

Stamani comunque c'ho riprovato, ma 'sta volta seriamente. E sembra che le cose gireranno per il verso giusto. Intanto la carta con il pesciolino l'ho abbandonata a se stessa.

Mi sento molto operativa in questi giorni, speriamo bene.
Buon giovedì a tutti, oggi pomeriggio sarò al pub a fare il corso di spillatura... sarò ubriaca prima delle sei di sera, sicuro.

Commenti

  1. Oh bella! Quando ti stufi definitivamente di banca intesa, ti ricordo che hai un amico bancario...

    RispondiElimina

Posta un commento