tag:blogger.com,1999:blog-89390517041009744502024-03-13T04:25:43.455+01:00basta saperloa volte basta saperlo, magari primadanbrucohttp://www.blogger.com/profile/13627597170529820057noreply@blogger.comBlogger381125tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-10431822911731850872020-12-09T19:52:00.004+01:002020-12-09T19:53:07.047+01:00I hope you have fun<p>Amanda non si sarebbe dovuta addormentare. Era chiaro che lo avrebbe fatto, insisteva nell'avermi lì accanto mentre stava guardando Cars. Ho sperato dormisse per tutto il pomeriggio, e alla fine è crollata alle 18.20 e tenendo conto che di media dorme dalle due alle tre ore, come direbbero in Francia, mo' so cazzi. Ho provato a tenerla sveglia dandole degli zuccheri, tipo 4 biscotti al cioccolato, ma gnente, si è messa le manine giunte sotto la guancia e si è addormentata mentre ero ai fornelli nella speranza di cucinarle il pasto più veloce del mondo e spedirla a letto.</p><p>Non avrebbe dovuto addormentarsi, dicevamo, ma visto che uno dei miei pregi è fare spallucce alla vita, mi sono stappata una bottiglia di prosecco per uno spritz homemade, ho aperto una terrina di patè, spalmato un po' di burro su del pane di segale e a pioggia sopra le acciughe, messo su un tagliere due fette di salame e due olive et voilà. Aperitivo casalingo ci sono, eccomi, sono qui per te.</p><p>E allora ne approfitto anche per ascoltare il nuovo disco dei Calexico che hanno fatto uscire per Natale. C'è una canzone dentro questo disco, una cover, che per me è qualcosa di speciale. La canzone in sé penso non lo sia, o meglio, non più, vi uscirà dalle orecchie, e anche per me è così. Come sempre succede i capolavori li diamo un po' per scontato, come se fosse ovvio che siano belle canzoni, e le hai sentite così tante volte che hey, mica le vorrai ascoltare anche sotto la doccia o mentre vai a correre.</p><p>La canzone è "Happy Xmas" di John Lennon ed è uno dei miei punti deboli.<br />Mi ricorda fortissimamente una delle settimane bianche che facevo con l'oratorio a San Bernardino in Svizzera. Un anno erano saliti ad un certo punto anche dei ragazzi della parrocchia di Monza dove prima stava il prete che era venuto da noi. Erano venuti in due, Marco e l'altro non me lo ricordo. </p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXdGAOhk9uhppjfUZ5xD3Pxw2A5hjkYE9oqG4WrLJzmnJpVAs8Zvf7Cunvx1pbklzbqCaxSy4p3MjlbMySFc88q3rfSCrw06g9mEYAEdeHc1bZFV_otmHEdycKeQ3gCTv11ppDBHvlkxc/s1200/John_Lennon_1.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1200" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXdGAOhk9uhppjfUZ5xD3Pxw2A5hjkYE9oqG4WrLJzmnJpVAs8Zvf7Cunvx1pbklzbqCaxSy4p3MjlbMySFc88q3rfSCrw06g9mEYAEdeHc1bZFV_otmHEdycKeQ3gCTv11ppDBHvlkxc/w400-h266/John_Lennon_1.jpg" width="400" /></a></div><p></p><p>Marco non era particolarmente bello, assomigliava vagamente a Lennon, stessa montatura degli occhiali, stesso taglio di capelli. Denti davanti un po' sporgenti, timido, molto timido. Ma mi fa ridere perché è chiaro che non me i timidi si trovano a loro agio e sbracano. O meglio, io ancora oggi non so cosa diavolo sia successo, ma sta di fatto che 'sto Marco ai tempi mi aveva turbata tantissimo e ci avevo anche dedicato un tema a scuola... una figura di merda mai vista, che vedeva me scrivere di questo amore platonico bellissimo e sconcertante.</p><p>Ora, ricordo perfettamente, ma come è nomale che sia, che non c'è stato niente, ma dico NIENTE, tra me e questo Marco. Eppure, per me ragazzina della seconda superiore, c'è stato TUTTO. Perché in quel pomeriggio di neve, mentre si era tutti in casa dopo pranzo, nelle ore dedicate allo studio, alla lettura e al relax, io sono entrata in questa stanza al mezzanino dove lui stava studiando per un esame di architettura. Ho varcato la porta e non so cosa devo aver detto, ma poco dopo ero seduta su uno dei bachi dell'aula e lui stava lì, seduto, in silenzio, rosso in viso ma con il sorriso, a guardare 'sta cretina con il pile della Vuarnet che gli parlava Dio solo sa di che cosa. Lui aveva un astuccio sul tavolo, aperto, da cui usciva una sorpresina Kinder, tipo un gattino sdraiato che si incastrava a una pergamena: "E' il mio gatto architetto, un portafortuna". Ricordo che mi aveva fatto anche altre domande. Cosa mi piacesse e cosa no. E chissà che cazzo di riposte devo aver dato, Stava lì, a chiedermi cose, a guardarmi atteggiare, a vedermi evaporare dalla scemenza che producevo. Eppure era rimasto colpito. Non so perché e non so in che forma, sicuramente non in quella in cui avevo investito tutto il resto della vacanza, passata ad ascoltare, chiaramente "Happy Xmas" a pensando a lui. Ma qualcosa lo aveva colpito. Me lo aveva farfugliato, ma di certo deve avermelo concesso come pensiero intimo, del tipo: "sei una bella personcina". Fine, morta lì. Io invece non potevo già più vivere senza di lui. L'avevo anche chiamato a casa una volta tornati dalla montagna. Mi ricordo un obiettore di coscienza che faceva il servizio civile in oratorio da me, era di Monza anche lui: "Dani ma cosa te lo do a fare il numero?". Dammelo e basta. Era questa la mia risposta.</p><p></p>Fabrizio il numero era meglio se non me lo dava, visto che durante una festa di Carnevale (Carnevale, erano passati due mesi, io ancora in fissa...) l'ho chiamato dal pulmino dell'oratorio e gli ho farfugliato parole a caso. Marco mi aveva risposto eh. Mi aveva detto qualcosa del tipo non so cosa dirti, cosa vuoi che faccia, e dai quando capita che ci vediamo ne parliamo. <p></p><p>Per fortuna poi ci siamo rivisti alle festa di fine anno all'oratorio, in estate, ma io ero già altrove. L'ho guardato, gli ho fatto un sorrisone. Lui si era tagliato i capelli. Non c'era più la neve, non eravamo più a chilometri di distanza da tutto, solo io e lui. Non era più il mio John Lennon. Bye Bye.</p><p><br /></p><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/flA5ndOyZbI" width="320" youtube-src-id="flA5ndOyZbI"></iframe></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>danbrucohttp://www.blogger.com/profile/13627597170529820057noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-48785285818263539242020-02-14T08:52:00.003+01:002020-12-09T19:53:20.494+01:00Eccoti i soldi per la pelliccia <div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiGHlL_ekgm8ToxvNhQQg4W_mxNz8r8iNw0OnDtlroPEc4C0z2qKr51IPaGjjwruHkhkZBpOlXnHmOcsoAFA_fhmXG1h6IwWNB-XKP4245ycIpU8wD_9DLqr9xTFTjIiDEWDGKp5g5ptE/s823/wiseman2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="750" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiGHlL_ekgm8ToxvNhQQg4W_mxNz8r8iNw0OnDtlroPEc4C0z2qKr51IPaGjjwruHkhkZBpOlXnHmOcsoAFA_fhmXG1h6IwWNB-XKP4245ycIpU8wD_9DLqr9xTFTjIiDEWDGKp5g5ptE/s320/wiseman2.jpg" /></a></div>Che sarebbe stato un anno difficile, quello del 2019, avrei dovuto immaginarlo da subito. Ero entrata in una profumeria a comprare un mascara waterproof e ne ero uscita con una mascara a prova di lacrima: “Non è proprio resistente all’acqua signora, ma se piange non le cola”. Ah. Ma perché mai dovrei piangere. Perché mai il 2019, il nuovo anno, dovrebbe essere peggiore di quello precedente in cui ho perso mia madre o di quello prima ancora, dove ho passato sette mesi in stampelle mentre diventavo mamma per la prima volta?</span></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Ah, perché il pap test di febbraio è positivo. E anche le visite seguenti non vanno un granché bene. E anche l’esito dell’istologico non è a posto, mi dice il mio bravo medico il 3 settembre, mentre sono in spiaggia a guardare Amanda e Jacopo che giocano tra le onde del mar di Sardegna.</span></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Carcinoma alla collo dell’utero, dice. Facciamo un’isterectomia. Ma non qui al Buzzi, ti mandiamo all’Istituto dei Tumori.</span></div>
<div class="p2" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 20.3px; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Ma certo cazzo, son qui apposta. E così ciao ciao utero, tube, cervice, parte alta della vagina (cosa?)... Togliamo tutto. Le ovaie te le lasciamo. Grazie, gentilissimi. </span></div>
<div class="p2" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 20.3px; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">La telefonata per il ricovero arriva il giorno del mio compleanno. La sera stessa il mio corpo fa scattare il salvavita e mi sale la febbre a 38. L’operazione viene rimandata a venerdì 6 dicembre, giorno del compleanno di mia madre. Perché tutto torna. Eccome se torna.</span></div>
<div class="p2" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 20.3px; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1"></span><br /></div>
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<span class="s1">L'operazione è andata bene, benissimo. Ho avuto paura giusto un attimo la sera prima. Paura di morire, paura dell'anestesia, paura dell'ignoto, paura del dolore, paura di essere aperta, di nuovo, dopo il cesareo, nello stesso punto. Paura di dire addio ai miei organi interni (che romanticona, l'avreste mai detto?). Paura di quello che sarebbe stato dopo. Paura di non essere forte abbastanza, di crollare in un pianto di disperazione quando alle 6 del mattino mi sarei dovuta svegliare per preparami. Tamponi, lavande, doccia con disinfettante. Ma non è successo. Non ho avuto più paura. Il giorno dell’operazione è stato tutto così inaspettatamente calmo, calcolato, rapido, guidato, che lasciandosi andare quel che basta - cosa per me inimmaginabile -, <span class="Apple-converted-space"> </span>il magone è rimasto dov'era, cioè in gola. Ma nulla può cancellare le sensazioni provate la sera prima. Una paura fottuta, un turbinio di emozioni da cui non ne esci viva, un unico pensiero: “voglio la mamma".</span></div>
<div class="p2" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 20.3px; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">E invece ho un papà fortissimo e dei fratelli meravigliosi, ed io modestamente mi sono scelta un compagno avanti anni luce, per cui superato un po' di spavento, con i miei uomini intorno, è filato tutto liscio. </span></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Ho avuto un’ottima ripresa e nonostante sia stato un intervento invasivo non ho sofferto molto. Giuro. Mi hanno più colpito il pre e il post operatori, perché sei lì con il tuo corpicino e non sai come ti risponderà, se farà il suo dovere, se sarà all'altezza, se reagirà bene, come e quando lo farà. Sei lì, con i tuoi limiti, con un sacco di cose che si devono rimettere al loro posto e altrettante che ti devi gestire da sola. </span></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Ed è meglio che inizi da subito a muoverti da sola, in questo mondo nuovo. In solitaria fai, sbagli, impari, osservi, analizzi, ti commuovi. E' tutto un attimo. L’ho trovato forse doloroso e spiazzante, ma ho anche poi capito che è per questo che sono riuscita ad affrontare tutto quanto con più serenità. Perché io le cose che non conosco devo prima capirle a modo mio, da sola. Annusarle, farmici male, metabolizzarle. Poi posso dirmi davvero pronta per condividerle. Poi posso dirmi davvero preparata per parlarne. </span></div>
<div class="p2" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 20.3px; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Grazie però a chi mi è stato accanto. Sapere che alcuni amici hanno un po' imparato a starmi vicino - che non è sempre facile - mi ha permesso di concentrarmi molto sulla guarigione, che di energia e di forza di volontà ne ha richiesta davvero tanta.</span></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">E' servita anche tanta pazienza. Che io sono famosa per non avere, tra l’altro. Così come sono famosa per essere un orso, per essere una che fa vedere poco e non chiede aiuto. Alcuni amici mi hanno rimproverata di aver detto tutto all’ultimo, altri mi hanno chiesto come ho fatto a stare calma. Sta di fatto che non sono cose facili da dire, perché prima le devi realizzare, le devi accettare. Impari anche in fretta a farlo, tipo quando devi correre all'Asl per farti mettere il codice di esenzione dal ticket ospedaliero. Esenzione che "le spetta di diritto, signora, in quanto malata di cancro". 'Fanculo. Malata di cancro ci sarai tu. E invece no, ero io, ero davvero io. </span></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Parlo al passato perché quello che c'era da togliere era tutto molto piccolo, è stato tolto con successo e preso super in tempo. Gli esiti che sono arrivati di recente sono ottimi, per cui non dovrò fare nessun tipo di terapia, solo qualche controllo. Ma lo sapevamo già, le premesse erano buone. Vedete, non è un problema parlarne, ma ci riesco davvero bene solo a bocce ferme. Non sono una che ama rischiare. Non mi sento mai così importante da prendere il sopravvento nelle vite degli altri. Poi non sopporto dare pensieri. Mi mette in imbarazzo, mi sento di dovermi giustificare, di dover consolare io chi mi sgrana gli occhi davanti... non ci sono portata. Non la so reggere quell’attenzione su di me, e anche ora che sto pubblicando questo post, ci sto pensando seriamente se premere invio o meno.</span></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Ma sono qui, a scrivere anche a chi mi conosce poco, a parlare di una cosa intima e personale. E l'ho fatto solo per dirvi una cosa, cioè che la prevenzione ci salva la vita. Anche un buon mascara, certo, ma di più la prevenzione. Fate le visite, fatevi controllare. Adesso. Non domani. È l’unico motivo per cui sono qui, ora.</span></div>
<div class="p2" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 20.3px; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-size-adjust: auto;">
<span class="s1">Io sto bene. È tutto passato e mi sembra tutto così lontano... La cicatrice mi sorride, mia figlia anche. Ho solo lei ed è l’unica che posso avere, per cui me la tengo stretta. Jacopo è una persona grande grande, è stata la mia salvezza e non è la prima volta. Cercatevi un compagno buono e coraggioso, che sappia prendersi cura di voi e che vi faccia sentire amate. No, non è poco, lo so. Ma è quello che ci meritiamo cazzo. Non sono mai entrata in crisi anche grazie lui. Non ho avuto problemi perché hanno tolto il mio essere femmina. Non ci ho pensato a dire il vero. Non mi dispero per il fatto che non avrò più figli, anche se all’inizio faceva un po’ male vedere tutte le mamme dell’asilo di nuovo incinta. Ci saranno altre occasioni, in futuro, in cui farà ancora male, di un male nuovo, inaspettato. Ma adesso capisco tutto un po' meglio, e penso sia un bene. Quindi forse è vero che non tutti i mali vengono per nuocere. Ma anche 'sti cazzi.</span></div>
danbrucohttp://www.blogger.com/profile/13627597170529820057noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-32765870462387726572019-10-30T20:12:00.006+01:002020-12-05T20:46:12.027+01:00the fire in your heart is out <div style="text-align: justify;"><div><span style="font-family: georgia;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXu9E_aC5_MmlxKTFUq1LRmdD5uhDM03JGgPN6ynUMqxcdVafBcV37Wk0mJUNHFDu8FyPZi-_oexr7BkDD-2TLUAvpLsEKaPEytnr6f__ctH_FtljWjIDjR61PHnA7Exozip0MGhR3l74/s448/Schermata+2020-12-05+alle+20.44.56.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="448" data-original-width="410" height="315" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXu9E_aC5_MmlxKTFUq1LRmdD5uhDM03JGgPN6ynUMqxcdVafBcV37Wk0mJUNHFDu8FyPZi-_oexr7BkDD-2TLUAvpLsEKaPEytnr6f__ctH_FtljWjIDjR61PHnA7Exozip0MGhR3l74/w293-h315/Schermata+2020-12-05+alle+20.44.56.png" width="293" /></a></div>Oggi non è una buona giornata. Mi sveglio con Amanda che urla in maniera ripetuta e cantilenante. Non vuole farsi lavare i denti, non vuole farsi cambiare il pannolino, non vuole farsi mettere i vestiti. Nel frattempo chiama MAMMA in continuazione. Un Mamma trascinato, lamentoso, continuo, ripetitivo. Non smette. E io non smetto di pensare a come faremo quando sarò costretta in un letto di ospedale per qualche giorno, in seguito ad una operazione che dovrò subire spero il prima possibile. Penso se sarà il caso di farla venire in ospedale a trovarmi o meno. Mi sa meno. Che poi anche a casa sarà difficile. Avrò dei punti, e Amanda è bravissima a scalciare sia quando è sul fasciatoio, sia quando siamo a letto. Non sta mai ferma. La chiamiamo l’alligatore perché è tutto un girarsi su se stessa, attorcigliandosi alle lenzuola e schiacciando come un rullo compressore tutto quello che ha accanto, cioè me. Quando mi fa del male fisico, le voglio un po’ meno bene. Sono i momenti in cui perdo di più la pazienza. Non perché il dolore sia insopportabile, ma semplicemente perché non te lo aspetti. Specie da una a cui stai pulendo il sedere. Tant'è. </span></div><div><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div><span style="font-family: georgia;">Oggi non è una buona giornata. Mentre mi preparo per uscire, per andare a ritirare esami del sangue e vetrini da portare al mio nuovo medico, mi accorgo di non trovare più il foglio per ritirare le analisi. Non solo. Mi rendo conto di quanto disordinata, sporca e lasciata a se stessa sia la nostra casa in questi ultimi giorni. Vado in tilt. Con la poca voglia rimasta rispondo in maniera diplomatica alla chat di famiglia dove giustamente mi si sta addosso per sapere se sto facendo tutti gli esami e tutte le preparazioni necessarie. Avrei voluto scrivere: scusate, oggi non è giornata. </span></div><div><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div><span style="font-family: georgia;">Oggi non è una buona giornata. Vado al Fatebenefratelli a ritirare i miei vetrini e la dottoressa del laboratorio mi consegna una busta di carta dicendomi di fare attenzione a non romperli, i vetrini. Mi sento com Eddie Murphy quando in “Beverly Hills Cop 2” entra in un hotel di lusso in punta di piedi, con il sudore che gli scende dalla fronte, e finge che nel sacchetto pieno di vitamine che ha tra le mani ci sia del plutonio. Mi parte la tachicardia. </span></div><div><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div><span style="font-family: georgia;">Oggi non è una buona giornata. In stazione Garibaldi mi decido a fare colazione ma sono in uno stato di totale insicurezza e scoramento che la ragazza dietro di me passa avanti, i commessi manco si accorgono che boccheggio e spalanco gli occhi. Mi sento trasparente e niente mi esce dalla bocca. Il colpo di grazia. Mi sento rabbiosa e triste. Esco dal bar e piango desolata mentre cammino. </span></div><div><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div><span style="font-family: georgia;">Oggi non è una buona giornata. Oggi è uno di quei pochi, pochissimi momenti della vita, in cui mi sento sola. Tutto mi sembra estraneo, difficile, insormontabile. Tutti mi sembrano sconosciuti, lontani anni luce dal mio stato d'animo ed è solo ansia che genera ansia. E sono io che ho deciso di farmela andare così. Sono io che ho mollato il colpo subito, al primo tentennamento. Sono io che non ho resistito e mi sono lasciata investire da una malinconia feroce che neanche nelle domeniche sera da bambina. Sono contenta di non nutrire questa bestia. Resistiamo.</span></div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-1331333900905108822019-10-28T10:47:00.004+01:002020-12-06T10:14:26.847+01:00Lost in the supermarket<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSkQvk8rdXrcG2IsN-PV3sR07ykdtDL6u33vg7wx0Vyt6qLojvguHBKVj_KLYURCXWoOBeqt4F_pzq7jKnveFo6ybVcZ_Z65s_Q0jz_mMWlgykpxb4Xn_ecHLwZsnlu7ldrRsPjdke8PQ/s1200/clash.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="947" data-original-width="1200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSkQvk8rdXrcG2IsN-PV3sR07ykdtDL6u33vg7wx0Vyt6qLojvguHBKVj_KLYURCXWoOBeqt4F_pzq7jKnveFo6ybVcZ_Z65s_Q0jz_mMWlgykpxb4Xn_ecHLwZsnlu7ldrRsPjdke8PQ/s320/clash.jpg" width="320" /></a></div>Questa ve la racconto perché fa ridere. In realtà poi se ci penso fa anche un po' piangere, ma il bello dell'essere stati disperati è anche questo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">C'è stato un periodo in cui appena avevo un'ora libera andavo al Centro Commerciale. Ce ne è un dietro casa mia, ad Assago, e quando mi è capitato di lavorare lì vicino, in zona Romolo, appena scattava l'ora della pausa pranzo mollavo ufficio e colleghi e andavo lì. Non volevo parlare, non volevo pensare. Non volevo avere un'ora libera per poter affrontare i problemi che stato vivendo in quel momento. <br /></span><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Volevo solo riempirmi gli occhi di colori, vestiti, gente e via così. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tutti i cazzo di giorni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Era un periodo di transizione: avevo lasciato un lavoro che mi dava una sicurezza economica importante e che mi permetteva di mantenere i miei lavori musicali. Avevo lasciato la casa confortevole del mio ex e me stavo stipata in una camera di un appartamento in condivisione che odiavo e dove per fortuna non ci stavo mai perché vivevo dal mio nuovo fidanzato che però a sua volta aveva ancora in giro per casa tutto della sua ex. Sapevo che avrei dovuto cercarmi un altro lavoro e mi prendevo un'ora di "in giro a zonzo" per osservare i cartelli di "cercasi commessa" perché i quel momento era la cosa più rassicurante da fare. La cosa che mi faceva respirare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mi ricordo che non lo dicevo a nessuno. Mi inventavo delle scuse in pausa pranzo. Devo pagare una bolletta, vado a pranzo con un amico, torno a casa perché aspetto un pacco, devo controllare il gatto dei vicini, vado al Libraccio... E anche con il mio attuale compagno mi vergognavo. Glielo nascondevo quanto conforto mi dava entrare al centro commerciale, perdermi tra Zara Home e Oysho, andare alla Feltrinelli e comprarmi un libro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mi sentivo come una tossica. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Una dipendenza vera e propria. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il centro commerciale era il mio segreto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Me ne vergognavo ma non potevo farne a meno, mi faceva sentire così bene.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">E' stata la mia isola felice per diversi mesi. Poi ho smesso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">All'improvviso. Le cose sono rientrate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ho trovato lavoro (il mio attuale), sono andata in vacanza con il mio nuovo fidanzato, e su una spiaggia dell'isola di Brac in Croazia sono scoppiata in lacrime perché il giorno dopo saremmo ripartiti e io non volevo assolutamente ritornare ad andare al Centro Commerciale per sentirmi meglio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Io volevo una casa, un posto dove stare, dove mettere le mie cose e non lasciarle più in un easy box. Volevo smettere di pagare 550 euro per una stanza in affitto quando avrei potuto usare quei soldi per contribuire alle spese di una casa insieme. Volevo il mio cazzo di posto nel mondo. E l'ho avuto. Con tenerezza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Adesso, quando rientro al Centro Commerciale, ricordo benissimo lo stato d'animo che avevo quando ci andavo per placare le mie ansie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ricordo esattamente il profumo dei negozi e il giro assurdo e veloce che facevo per non rientrare tardi al lavoro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ero diventata velocissima in auto, a fare quei pochi chilometri di tangenziale. Che pazza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Voi non avete avuto situazioni simili in passato, che ora a ripensarci vi viene da ridere? O da piangere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span></div>
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<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span></div>
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<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span></div>
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danbrucohttp://www.blogger.com/profile/13627597170529820057noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-64523041984330671082019-10-11T11:36:00.000+02:002020-01-23T10:58:41.152+01:00Stranger things<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIiNfGUmv6_c0u6U-JIs0bZ-pUDHBQhVLkkeh2ZscTWpolQPRr037e0aVKjeSDz4AaAcz5h3OoPlUZu9PchXN9dj_HzDIBsYyM2u0kFp5e7aql8moPwSA5YFG8N8zJ8n24SlS_kC8l-FA/s1600/0478qk.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="298" data-original-width="400" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIiNfGUmv6_c0u6U-JIs0bZ-pUDHBQhVLkkeh2ZscTWpolQPRr037e0aVKjeSDz4AaAcz5h3OoPlUZu9PchXN9dj_HzDIBsYyM2u0kFp5e7aql8moPwSA5YFG8N8zJ8n24SlS_kC8l-FA/s320/0478qk.jpg" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ci sono cose che non mi va di raccontare su Facebook e nemmeno di condividerle su Instagram, anche perché ultimamente lo sto usando molto e l’idea di avere sempre sotto gli occhi (finché la timeline lo permette) dei post “pesanti”, non mi va.</span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ho pensato anche di far ospitare le cose che scrivo sui blog degli altri, ma poi oltre al chimeseincula mi è venuto in mente che io ce l’ho un blog, eccome se ce l’ho. Lo avevo iniziato alla prima edizione di Sanremo, lo tenevo nascosto perché ci scrivevo e commentavo i colleghi e raccontavo aneddoti sugli artisti (tipo quando avevo beccato Patty Pravo fumare nel bagno del bar Ariston e mi aveva chiesto gentilmente di far finta di niente), ma poi non avevo tempo nemmeno per mangiare per cui avevo lasciato perdere subito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mi sono rimessa a scrivere il blog sulle pagine di MySpace, e quando lo hanno chiuso, ho trasferito tutto su Blogspot e lì ci sono rimasta per cinque lunghi e bellissimi anni. Anni di stravolgimento e cambiamenti. Anni meravigliosi, che rileggo ancora con tenerezza, e anche con moltissima nostalgia (specie il mio anno preferito, 2007), perché erano anni in cui ero ancora spensierata, facevo il lavoro della mia vita, dormivo 5 ore a giorno ed ero centrata come mai mi è più ricapitato di essere nella mia vita. Mi manco, anche perché mi rileggo e mi ritrovo molto più brava, più brillante, più diretta e più divertente. Si vede che ero nel pieno, ero protagonista. Scrivendo con meno malizia rispetto ad ora, stavo meno attenta alla forma, ma ne guadagnavo in sincerità ed immediatezza. Cosa che un po’ mi manca, forse perché sui social si è fin troppo sotto l’attenzione di tutti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ieri è stata una giornata particolare e carica di un sacco di cose. E’ da un anno che prendo appunti nelle note e che scrivo cosa provo più o meno ogni giorno dal 10 ottobre dell’anno scorso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo pubblicherò qui, tra qualche giorno, quando metterò in ordine ancora un po' di idee.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ma intanto, sono tornata.</span></div>
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danbrucohttp://www.blogger.com/profile/13627597170529820057noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-72569682205798383642013-11-15T17:14:00.002+01:002013-11-15T17:15:03.475+01:00back to the future/Dorset Devon Cornovaglia parte IIRieccoci. Ovviamente è passato nuovamente un secolo dal precedente post, ma che vi devo dire...<br />
Continuo il mio report sulle vacanze inglesi della scorsa estate, procedendo a parlarvi della bellissima costa south west made in UK.<br />
<br />
Eravamo fermi a Looe, pittoresca cittadina vicina a Plymouth. Lasciato il paesino al mattino presto, dopo una passeggiata sul molo e un saluto ai gabbiani che d'ora in poi saranno sempre più presenti nel nostro viaggio, ci dirigiamo a Fowey, un'altra delle tappe che più ci è piaciuta.<br />
<br />
Lungo la strada ci siamo fermati ad un Car Boot Sale, una sorta di mercato agricolo e dell'usato dove famiglie inglesi arrivano in un parcheggio o in un campo, aprono il baule delle loro auto e espongono la loro mercanzia: vecchi dischi, vestiti, oggettistica, collezioni etc.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfs27MetBy2itQccmYDZU3Wjx__IUjXOPBJgD2oRH1SMz7Ley1CAed39pvhwV1m0o-OOAbyZeCdXvY6fBUUy5Zz-k_ER0CrJ_e8wGAf-d74I0rqLiH7RC9XRKuE8PXD8Z3mg2XgDgfNVw/s1600/IMG_2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfs27MetBy2itQccmYDZU3Wjx__IUjXOPBJgD2oRH1SMz7Ley1CAed39pvhwV1m0o-OOAbyZeCdXvY6fBUUy5Zz-k_ER0CrJ_e8wGAf-d74I0rqLiH7RC9XRKuE8PXD8Z3mg2XgDgfNVw/s640/IMG_2011.jpg" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8Apm26jbjqaKM6qynlsYtY_IHTTtEo2h1Hk78QhvKmYGcFzgo9Cz91hhtzdr30HfOQKaM5W4Yhmy1XVyLRrizwI7rGCocHMglgJhDsiLa6QwBvSd5tliM516HXtIW-m3aM57vxfDCz3M/s1600/IMG_2016.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8Apm26jbjqaKM6qynlsYtY_IHTTtEo2h1Hk78QhvKmYGcFzgo9Cz91hhtzdr30HfOQKaM5W4Yhmy1XVyLRrizwI7rGCocHMglgJhDsiLa6QwBvSd5tliM516HXtIW-m3aM57vxfDCz3M/s640/IMG_2016.jpg" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje7flXd4acC7bEsvGiaiBRUscmlxVxOx-KK0OGsssSmihT1zthlGK3P3rk6k2217cqUktDprsko6lgTjBK3KJlMXgIpzqGnwId73oEJoyLUJNyQKGvPU5ZObhlqdesepGH0k7a_xipCMw/s1600/IMG_2019.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje7flXd4acC7bEsvGiaiBRUscmlxVxOx-KK0OGsssSmihT1zthlGK3P3rk6k2217cqUktDprsko6lgTjBK3KJlMXgIpzqGnwId73oEJoyLUJNyQKGvPU5ZObhlqdesepGH0k7a_xipCMw/s640/IMG_2019.jpg" width="640" /></a></div>
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<br />
Resistendo alla tentazione di portarmi a casa qualsiasi cosa giusto per il gusto di fare il mio primo acquisto ad un Car Boot Sale, ci dirigiamo verso la nostra destinazione. Quando arriviamo a Fowey è domenica. La città è piena di turisti ma tutto nella norma, non c'è calca, non c'è ressa. Le viette e le indicazioni ci portano dal parcheggio dei bus dove abbiamo lasciato la nostra auto fino al mare. Le stradine sono un susseguirsi di scalini e di case bellissime, in lontananza si vede la cattedrale (tutte uguali, in tutti i paesi che abbiamo visitato) e le barche ormeggiate. Al piccolo porto ci sono delle gite guidate, la gente sta fuori al sole e noi ne approffiattiamo per fare un giro tra i negozietti e sederci poi in un pub che affaccia al porto per gustarci un ottimo Sunday Roast.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ_uUWNmjZxzfPZAE3ohpYEU-ts4Ess60AUignol6pN4g1GJSI4kFx2DxA7Q7qcTk7ldFvb_-7CzJTWp9HF_u5Bxf9Zqm7noZ8hyEAymJbUCJby_RNiH7AZ4b1VRZQhMJYkJHPeC0kreI/s1600/IMG_2035.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ_uUWNmjZxzfPZAE3ohpYEU-ts4Ess60AUignol6pN4g1GJSI4kFx2DxA7Q7qcTk7ldFvb_-7CzJTWp9HF_u5Bxf9Zqm7noZ8hyEAymJbUCJby_RNiH7AZ4b1VRZQhMJYkJHPeC0kreI/s640/IMG_2035.JPG" width="476" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqmizPHYKNwTSKYxT30eYern2W_8rHBvgtdu2UbRqzu8sHJj6tDreRsxzR-V7-UrE5z919dkJfpfXUY4UF452DrFsmjivtup24kBKr5l0NYItWoV3BCmVZCWQqBsggJ2ymCrpFKfYOrIA/s1600/IMG_2050.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqmizPHYKNwTSKYxT30eYern2W_8rHBvgtdu2UbRqzu8sHJj6tDreRsxzR-V7-UrE5z919dkJfpfXUY4UF452DrFsmjivtup24kBKr5l0NYItWoV3BCmVZCWQqBsggJ2ymCrpFKfYOrIA/s640/IMG_2050.JPG" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB4i52GmJlig46B_4ol44UeAu7PIS4vgmo2p-YlneYh1nTYoN5ZF7SbRxetwbdR73lxbLb-ChsGuRC5YRtrTvYjrzYowdf73yYJC-IQ0HYYKFh6t9vbFNlerxPI8fctF6R4HKhv6mwOoQ/s1600/IMG_2052.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB4i52GmJlig46B_4ol44UeAu7PIS4vgmo2p-YlneYh1nTYoN5ZF7SbRxetwbdR73lxbLb-ChsGuRC5YRtrTvYjrzYowdf73yYJC-IQ0HYYKFh6t9vbFNlerxPI8fctF6R4HKhv6mwOoQ/s640/IMG_2052.JPG" width="478" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoYb9VMZEiyBNyhUO2cmXFEdiueyR8e05NXZW95cYN_npBt2g8ZMYF_uGUnP-7ouqhCxMZRhmOgcsCpkUMnPqvOybVkeP8uOFsUUEVzpIEuxfx85LY0lI10Yfex-H8VWw9ucUr1Zml2kY/s1600/IMG_2058.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="476" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoYb9VMZEiyBNyhUO2cmXFEdiueyR8e05NXZW95cYN_npBt2g8ZMYF_uGUnP-7ouqhCxMZRhmOgcsCpkUMnPqvOybVkeP8uOFsUUEVzpIEuxfx85LY0lI10Yfex-H8VWw9ucUr1Zml2kY/s640/IMG_2058.JPG" width="640" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Dopo aver lasciato Fowey ci dirigiamo verso Truro e ci arriviamo in serata. Il tempo di trovare un B&B carinissimo dove dormire, usciamo per cena. Andiamo in un pub visto sulla strada, ricavato da un cottage, per intenderci le case di villeggiatura tipiche inglesi con il tetto paglia. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8LXojMWohSR7cYvn9dqAwInbE_fDY4UUWtT5HcOeKdiPLU3cjCmpask49fh0g246ASeHoBNiKBQ9QMJy-isgqSymaV3JIon9EJ81YQbvIfelo12DHQLaVI8kWSBHJ67LH82s8KbA0r0Y/s1600/IMG_2079.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8LXojMWohSR7cYvn9dqAwInbE_fDY4UUWtT5HcOeKdiPLU3cjCmpask49fh0g246ASeHoBNiKBQ9QMJy-isgqSymaV3JIon9EJ81YQbvIfelo12DHQLaVI8kWSBHJ67LH82s8KbA0r0Y/s640/IMG_2079.JPG" width="478" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWHNsXkBJ-vciUm-y_eIEdw8p2SRmtGAJL71g_EIxUn-PDEBxj2edC84I1Gxs4KVMp7c7JFTTwOCqJY2SHX41BR9ohuZYeMuWQ_ReHrKqX_UKymnOdpTYKWS8uO-w6TDIa34vl_IDmraM/s1600/IMG_2080.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWHNsXkBJ-vciUm-y_eIEdw8p2SRmtGAJL71g_EIxUn-PDEBxj2edC84I1Gxs4KVMp7c7JFTTwOCqJY2SHX41BR9ohuZYeMuWQ_ReHrKqX_UKymnOdpTYKWS8uO-w6TDIa34vl_IDmraM/s640/IMG_2080.JPG" width="478" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Abbiamo fatto un giro a Truro di sera ma come spesso accade il molte cittadine inglesi, dopo le 20/21.00 non c'è quasi più in giro nessuno (cenano prestissimo), per cui siamo rientrati al B&B per riposarci (e poi c'erano le olimpiadi in tv!).<br />
La mattina seguente dopo un'ottima e abbondante colazione siamo ripartiti alla volta di Falmouth...<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9bK-chBUkwtrlWUf38IzyZgswEdUNum4Bs_56vzdSoXO_ko3Y3xeHRo6vChjOTnxI_APtUuBQR6EW13EX413ayetsUwZ6Q12wQUCszwvs3ltvINJKQx93RFbMieXaAf4zu5CQtl0qZ6Q/s1600/IMG_2112.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzH3NVVD3BMlVqEPeeF7irTuP97JqtnDC1JOky3mA48VVXL-SxBgCKoo2SGhZq_CzyGcyM40FG5apVhpCoB44GQouMDnvOB-J4XehZB8WrAmHBbHu7ZwDr9CDRocZyWc6RVoY5QHxGY-U/s1600/IMG_2106.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzH3NVVD3BMlVqEPeeF7irTuP97JqtnDC1JOky3mA48VVXL-SxBgCKoo2SGhZq_CzyGcyM40FG5apVhpCoB44GQouMDnvOB-J4XehZB8WrAmHBbHu7ZwDr9CDRocZyWc6RVoY5QHxGY-U/s640/IMG_2106.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
Falmouth ci ha colpito subito, così come ci ha colpito anche il cambio del paesaggio... diciamo che da località più universitarie e turistiche stiamo passando a posti più caratteristici. Qui ci arriviamo alle 11, orario perfetto per una birra. Troviamo un pub meraviglioso sul porto e ci fiondiamo dentro. Hanno appena aperto, ma sono gentili e cordiali come sempre. Non ci tiriamo indietro e assaggiamo tutte le ale alla pompa che hanno. Sono tutte locali, e questa cosa, oltre a farci venire voglia di trasferirci qui definitivamente, ci va commuovere da pazzi.<br />
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg53ucSm9eclC8_-e5OSJcHyDgPDerxKPHfggp4KJAwXuBGCMw5g9enukOejJGQ3fy7Wq1ndNKAut6x9UyGu7UHFKQWPXWrqRjCfIND0Bxi8PGtG7XPs5t5Sg4lis08zeFyLmIn00_9h_Q/s1600/IMG_2111.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="476" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg53ucSm9eclC8_-e5OSJcHyDgPDerxKPHfggp4KJAwXuBGCMw5g9enukOejJGQ3fy7Wq1ndNKAut6x9UyGu7UHFKQWPXWrqRjCfIND0Bxi8PGtG7XPs5t5Sg4lis08zeFyLmIn00_9h_Q/s640/IMG_2111.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7l0MCyuNmCvhTQUB242mdABEHpYbMFFeQrPA-DfQegF8oBtKD5-yc3ITyhP33Jg00YeR19AIBuvCZn5QU2r3ICKHA5gkX4frdGjJRSxmIXRqmkimrhiQQCEidEJ_-ql-pL7JWaJGBdZU/s1600/IMG_2113.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="478" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7l0MCyuNmCvhTQUB242mdABEHpYbMFFeQrPA-DfQegF8oBtKD5-yc3ITyhP33Jg00YeR19AIBuvCZn5QU2r3ICKHA5gkX4frdGjJRSxmIXRqmkimrhiQQCEidEJ_-ql-pL7JWaJGBdZU/s640/IMG_2113.JPG" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
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Lasciamo Falmouth dovo aver fatto diversi giri tra le viette del paese e devo dire che questo posto ci rimarrà nel cuore. Ripartiamo quindi alla volta di Lizard Point, un posto meraviglioso, dai colori stupendi e dall'atmosfera unica...<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU0nnrbMAMKLJVN-nllpp5Zui13H29WGgfYC3bkUPFEohJVYGPm6uVOQ-pInBtzlBpzYW06AgfctlpGA8361fzj6W5V8QDua_a0vB-NcpqvpwLzoRfU6V5vhoV-i_BqmS-awE1afjDBJk/s1600/IMG_2154.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU0nnrbMAMKLJVN-nllpp5Zui13H29WGgfYC3bkUPFEohJVYGPm6uVOQ-pInBtzlBpzYW06AgfctlpGA8361fzj6W5V8QDua_a0vB-NcpqvpwLzoRfU6V5vhoV-i_BqmS-awE1afjDBJk/s640/IMG_2154.JPG" width="640" /></a></div>
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questa è la mappa delle ultime tappe... al prossimo appuntamento vi racconto il resto. Ne manca ancora...<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTb8OtTrGNDX0HyECyem3WPnvpShJfxb8eayOUrRCaB-YDYoYvCHV84NpZxKA180xpLVthmBtpl0Nnn4pUv-p-2iJsJ01f-Axt-Xh_3UNL5lAr84eumOyCPRSwvDqiKCE4xeGoDJWGzBM/s1600/cornwall2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="364" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTb8OtTrGNDX0HyECyem3WPnvpShJfxb8eayOUrRCaB-YDYoYvCHV84NpZxKA180xpLVthmBtpl0Nnn4pUv-p-2iJsJ01f-Axt-Xh_3UNL5lAr84eumOyCPRSwvDqiKCE4xeGoDJWGzBM/s640/cornwall2.jpg" width="640" /></a></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-81081469109990392302013-11-15T15:50:00.002+01:002020-12-06T10:16:23.021+01:00shine on<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>
E' un attimo. Cerchi nella posta la mail di un collega che ti serve per lavoro. Scrivi il nome nella banda di ricerca e... boom! Ti escono tutti quelli che ti hanno scritto con quel nome.</div>
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Tra i 'tutti' c'è anche lui, che non senti da tanto. Ti rileggi le sue mail e ti ricordi che certa gente, pochi, per carità, leggevano le pagine di questo blog per rimanere in contatto con me in qualche modo. Tagliando le gambe alle relazioni sul nascere, mi rendo conto che queste pagine in Rete sono l'unico ponte che mi unisce ad alcune persone. Per questo motivo e perché oggi mi va così, ho deciso di ricominciare a scrivere.</div>
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Grazie per gli applausi</div>
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<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/iKlnG_155M8" width="320" youtube-src-id="iKlnG_155M8"></iframe></div></div><br />
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<br /><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-72747020174884122152013-03-29T18:06:00.001+01:002013-04-16T18:18:47.782+02:00back to the future/Dorset Devon Cornovaglia parte I<div style="text-align: justify;">
C'era già stato un periodo di distacco da questo blog. C'era stato e non mi capacitavo di come potessi lasciar perdere o abbandonare anche solo per pochi giorni uno spazio così mio e così vero, senza secondi fini, senza la pretesa di essere sempre così maledettamente aggiornato. Poi ho capito che se lasci passare anche un solo giorno di troppo, quello dopo ancora è già tardi per ritornare indietro. In men che non si dica passano le settimane, poi i mesi, poi ti dimentichi quasi di averlo, uno spazio tuo. Nemmeno lo guardi più, nemmeno rientra nelle pagine che visiti la mattina appena accendi la tua finestra sul mondo virtuale. Ogni tanto ci pensi eh, al tuo blog abbandonato, ma nessun post è mai adatto per rompere un silenzio durato mesi, e allora lasci perdere di nuovo. Tanto il tempo di fare dei post fighi non ce l'hai, i minuti da passare per editare le foto belle delle vacanze, nemmeno. Scrivere cose caustiche come spesso ti viene normale fare, diventa difficile. La lucidità svanisce, il tempo perso prende il sopravvento e allora ti spari un colpo in bocca. Scherzo.</div>
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Ho capito perché ho lasciato in disparte questo posto per un po'. Mi ricorda i miei ultimi anni. Gli ultimi anni in cui lavoravo ancora nel mio ufficio, in redazione, con i miei colleghi. Questo blog è come se fosse una cosa vecchia, come se parlasse di una mia vita prima, prima del grande freddo, prima della Liegi-Bastogne-senza ritorno a Liegi, prima del tuffo nello spazio. Ma tant'è, le cose cambiano, io ho deciso di lasciare dopo dieci anni la redazione e di mettere a frutto quest'esperienza, e ora - presa comunque tra mille lavoretti - mi sto prendendo un periodo sabbatico.</div>
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Che poi è così, già lo sapevo, basta appoggiare le dita sulla tastiera, scrollare la testa come i cani bagnati quando escono dall'acqua, e via che si parte.</div>
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A dire il vero la spinta di questo ritorno me l'ha data <a href="http://machedavvero.blogspot.it/" target="_blank">il blog di Chiara Ma che davvero?</a></div>
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Era un po' che non la leggevo, ma visto che tornerò a Londra tra due settimane, volevo vedere se aveva scritto qualcosa in merito al tempo glaciale che ha abbracciando la City. Ha scritto in realtà anche molte altre cose, molto belle, molto come le penserei io... Sarà che in Cavaliere Mascherato ama Londra e tutta l'Inghilterra, sarà che avendo vissuto lì per tre anni non vede l'ora di ritornarci, sarà che se non ci torno anche io almeno due volte all'anno mi manca il fiato, ma mi sento molto vicina a Chiara che in questo momento vive lì. Sarà poi che ha fatto un bel post sulla Cornovaglia e che mi son detta quanto sono scema a non aver fatto ancora il mio, su quella bellissima vacanza nel sud dell'Inghilterra all'insegna di campagne verdi, oceano e birre. E allora eccolo.<br />
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<u>luglio / agosto 2012</u></div>
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Atterrati all'areoporto di Londra ci accingiamo a ritirare la nostra super auto blu puffo che si rivelerà un chiodo micidiale, ma vero anche che gli inglesi non sono dei folli corridori e in strada si va più che bene (magia, tutti rispettano i segnali). Prima di andare a Bath dove sosteremo per la prima notte, ci fermiamo ad Oxford perché io non ci sono mai stata, volevo darci una sbirciatina veloce, ma soprattutto volevamo berci una cazzo di pinta. Ed eccola, qui accanto, in tutta la sua maestosità. E' iniziata ufficialmente la nostra vacanza in Inghilterra, cheers.</div>
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Bath è molto carina. Mi è sembrata un tantino dispersiva, ma vero è che l'abbiamo raggiunta nel tardo pomeriggio, giusto il tempo di vedere le terme romane (pazzesche. giuro) e fare un giro in centro per gustarci altre due birrette e un pasto ricostituente.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSaJfe4Pl1hPC0952v32mE8vvGjHEmpSrEcSov6B8O_Sz4i9hzG2jUl3UTB2ppjtI_fZw7PD9A96nv6loH4N9JtD9hMD0T5yXfI4msQYW_KTx-Bx8b1JoQvFxYsPkt96M0a4-hV_ptNPI/s1600/IMG_1824.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSaJfe4Pl1hPC0952v32mE8vvGjHEmpSrEcSov6B8O_Sz4i9hzG2jUl3UTB2ppjtI_fZw7PD9A96nv6loH4N9JtD9hMD0T5yXfI4msQYW_KTx-Bx8b1JoQvFxYsPkt96M0a4-hV_ptNPI/s640/IMG_1824.JPG" width="640" /></a></div>
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La cosa veramente figa di Bath è stato il B&B dove abbiamo pernottato. E' stato tutto come me lo immaginavo: la stanza, la signora che ci ha accolto e che si è sciolta con il Cavaliere Mascherato (tutte le sciure si comportavano con lui, maledetto italiano che parla così bene l'inglese... tzè), la sala della casa dove abbiamo fatto colazione, le foto dei parenti sul camino, le sedie con lo schienale alto, il patio, la veranda, lo stile vittoriano. Tutto. Perfetto.</div>
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Il secondo giorno è destinato ad Exter, città bellissima, attraversata da un fiume, con una cattedrale meravigliosa e un'università che ha ospitato Thom Yorke (esticazzi). Prima di arrivarci però, sulla mappa (benedetto siano l'iPhone e il carica batteria per l'auto), noto che appena sopra Bath, proprio difronte al Galles, c'è Portishead. Portishead non è solamente un paesino collinare sul mare, verde, residenziale e silenzioso con una età media di 60 anni, no, è anche la città da cui ha preso il nome l'omonima band e nella quale ho assaporato dopo molto tempo una buonissima pinta di Bass Pale Ale.</div>
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E vuoi non andarci a Portishead, che è lì a solo 40 km? e andiamo per Dio!</div>
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Sono le 11 del mattino, il bello dell'Inghilterra è che nessuno ti guarda mai storto se a quell'ora sorseggi una buona birra inglese, spillata alla pompa, senza il gas, che fa al massimo 4 gradi. Ci rimettiamo in viaggio scaldati dal sole splendente in cielo. L'Inghilterra piovosa e ventosa che tutti hanno in mente (e che esiste per davvero, sia chiaro), qui nel Somerset sembra essere stata sostituita da un cielo limpido e un sole alto che mi fa osare addirittura le infradito (oltre ai pantaloncini, ovvio).</div>
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Tagliamo da nord a sud la contea del Somerset, arriviamo al confine con il Dorset e ci fermiamo a Taunton. Non conoscevamo la località, ma durante il tragitto, per spezzare il viaggio, mi sono messa a cercare free house degne di nota (per intenderci sono pub indipendenti, l'impianto delle birre è loro, non sono legati a nessun marchio specifico multinazionale e possono permettersi di ospitare quante più birre diverse vogliono). Se cercate on line CAMRA (compagnia per tutelare le real ale, ovvero birre artigianali inglesi) scoprirete un mondo super organizzato fatto di festival, pub, indicazioni e locali magnifici. Visto che tanto al pub bisogna andare, perché non cercarne uno che faccia davvero la storia? E allora eccoci qui, in questo paese fatto a misura d'uomo, uno dei più carini che ancora mi ricordo dell'intero viaggio, sorprendente, pulito, ordinato. Ed ecco il pub, non uno qualunque, ma il pub premiato come il miglior locale del Somerset. Mica cazzi. Entriamo ed è subito magia. Ci soffermiamo a guardare le spine, ordiniamo un paio di pinte e sgranocchiamo qualche patatina. Ivano fa subito conversazione con due signori al banco, il luogo dove avvengono gli incontri più indelebili, con la gente normale, quella che sa davvero raccontarti qualcosa e ti accetta subito.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzbJP_Ev0EDqcMOX9OV_Z7Xm7mZHTVPOPd-MPnqxiAMpRUDW5-yTOLDlYnbOO014_iIlOC6uo6jOHQOfYc7NryumvPEKBcIk5BfPUkSGsjHRM00mYc7ZmUZsEQkgCq0MwpvywJw1t_Pz8/s1600/IMG_1882.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzbJP_Ev0EDqcMOX9OV_Z7Xm7mZHTVPOPd-MPnqxiAMpRUDW5-yTOLDlYnbOO014_iIlOC6uo6jOHQOfYc7NryumvPEKBcIk5BfPUkSGsjHRM00mYc7ZmUZsEQkgCq0MwpvywJw1t_Pz8/s640/IMG_1882.JPG" width="640" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMpG6WHikXaJvqaKCt3Kk211D99GqMtL2R5ogG4MRsXQHKYKjY9GzI4QHXvPoRpoG0Z8eiR5_nt6gtiiKOYZjPa5sqQjWm22gi3R9dM2KODH8hWaPfpp8xGhDvn2kpF8UlGdzra2sA0pk/s1600/IMG_1885.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMpG6WHikXaJvqaKCt3Kk211D99GqMtL2R5ogG4MRsXQHKYKjY9GzI4QHXvPoRpoG0Z8eiR5_nt6gtiiKOYZjPa5sqQjWm22gi3R9dM2KODH8hWaPfpp8xGhDvn2kpF8UlGdzra2sA0pk/s640/IMG_1885.JPG" width="640" /></a></div>
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Non abbiamo tempo da perdere, così dopo un breve giro in centro riprendiamo l'auto e ci dirigiamo ad Exeter, dove pernotteremo in un albergo vicino al centro.</div>
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Quando ci arriviamo è sera, fin troppo tardi per poter pensare di lasciare i bagagli in albergo, rinfrescarsi e uscire a mangiare al pub. Qui si mangia presto e i locali chiudono massimo alle 23. Tira un po' di vento, ma il panorama è mozzafiato per via del tramonto imminente. Raggiungiamo a piedi il lungo fiume e sembra di essere ai Murazzi a Torino. I rimessaggi delle barche sono stati trasformati in locali, lungo le rive centinaia di ragazzi sono seduti con pizze e birre e chiacchierare e a godersi la temperatura. E' stupendo. E siamo solo al secondo giorno.</div>
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La mattina ci svegliamo presto per goderci Exeter by day, ed è davvero memorabile. L'università, il centro, la cattedrale, i negozi. Tutto fatto a modo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMdBVvuOS36Kry4Pf40V_Pv9rI-kBe5iWdUISaao3CHAhBmlLzb3BUuvK-4YP-RTya7Ox_vkt3mT_43aVZGAIuBjH1__aGM7RWBvzjEy9_0md3wyzlnBQ_HTXuIFQQDexCZf06SBf68WU/s1600/IMG_1929.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMdBVvuOS36Kry4Pf40V_Pv9rI-kBe5iWdUISaao3CHAhBmlLzb3BUuvK-4YP-RTya7Ox_vkt3mT_43aVZGAIuBjH1__aGM7RWBvzjEy9_0md3wyzlnBQ_HTXuIFQQDexCZf06SBf68WU/s640/IMG_1929.JPG" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAnthwaYiUu8dts9JJ3qIOxbO7X7H1xc-Yf71ga_v28A6qWg2rUiPpPoNn3nnhFJk3i43YUzR0q1-LvV0Egz1Lx0gd9c8fR269FWqcbofAMCA5FCOV59MSl9tnLKgzZJdCigRymIFKdis/s1600/secondo+g.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="419" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAnthwaYiUu8dts9JJ3qIOxbO7X7H1xc-Yf71ga_v28A6qWg2rUiPpPoNn3nnhFJk3i43YUzR0q1-LvV0Egz1Lx0gd9c8fR269FWqcbofAMCA5FCOV59MSl9tnLKgzZJdCigRymIFKdis/s640/secondo+g.jpg" width="640" /></a></div>
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Da Exeter ripartiamo in direzione Torquay. Lasciamo il Dorset e mettiamo piede nel Devon. Partiamo la mattina presto e ci arriviamo a metà mattinata, giusto il tempo di parcheggiare tra parchi e zone verdi e dirigersi verso il centro. Torquay da subito ci da l'idea di essere un posto di villeggiatura per anziani. Una sorta di Alassio de no artri. Bella è bella, le vie della zona centrale sono ampie, bianche, pulite, piene di negozi di ferramenta, alimentari e articoli per la casa. Troviamo quello che dice essere il più antico fish and chips della città e non ce lo facciamo scappare. Ci sediamo su una panchina al sole, con un panorama mozzafiato, il rosso delle rocce che si tuffa nel verde del mare, e consumiamo il nostro pranzo salutare.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha2e5ZhEtdMq8JQnqQROkZBo-GTGSMXhdAwPEzcbX3_W-ZZNS0PBsYy-H1B1x0pCA5r_qxT_XMPs8atkX8K6mMEisfiAZ2wHQmrbLfF-6Dil9KUZQWMTPrHFb_8ATWGDHs9yORTK9_LMc/s1600/IMG_1942.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha2e5ZhEtdMq8JQnqQROkZBo-GTGSMXhdAwPEzcbX3_W-ZZNS0PBsYy-H1B1x0pCA5r_qxT_XMPs8atkX8K6mMEisfiAZ2wHQmrbLfF-6Dil9KUZQWMTPrHFb_8ATWGDHs9yORTK9_LMc/s640/IMG_1942.JPG" width="640" /></a></div>
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Da Torquay ripartiamo in direzione... a caso. Io sulla mappa mi era segnata delle zone, delle tappe che di certo avremmo visitato, ma in verità mentre si viaggiava in macchina con la cartina davanti, andavo oltre e guardavo quali cittadine avremo toccato, andavo su Google image e guardavo se erano cittadine caratteristiche o meno, se mi ispiravano, se avevano pub degni di nota o altro. Ecco, l'Inghilterra noi la si è girata così. In questo modo abbiamo scoperto il paesino di Newton Abbot, appena sopra Torquay e quasi all'inizio della foresta del Dartmoor. Il paesino non offre niente di particolarmente affascinante, ma quando poi si arriva alla sidreria più antica della zona, tutto cambia. Qui il sidro è il prodotto ufficiale, nel Devon la produzione di sidro è magistrale. Una bevuta veloce e quattro chiacchiere con la gente del posto e ripartiamo, per sera dobbiamo raggiungere Plymouth.</div>
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Saliamo ancora un po' e ci infialiamo dritti nella foresta del Dartmoor, uno dei posti più suggestivi dell'intera vacanza, un luogo che meriterebbe un paio di giorni di visita. Appena entri nella macchia scura della foresta tutto cambia, il paesaggio si allunga, le strade si stringono, e si attraversano paesini minuscoli formati da quattro case e due pub. Noi scegliamo di fermarci a Widecombe in the Moor. Su internet avevo visto che c'era un fantastico locale e così è al nostro arrivo. Il posto è magnifico, c'è una chiesa molto bella, un percorso da fare a piedi, pub meravigliosi e anche qualche negozietto per comprare qualche souvenir del Devon.</div>
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Lasciamo il Dartmoor con un po' di dispiacere e ci dirigiamo a Plymouth. Dobbiamo ancora trovare dove dormire. Arriviamo al paese ma subito ci sembra fin troppo caotico e grande rispetto a quelli che abbiamo visitato fino ad ora. Entriamo in un pub per andare in bagno, nemmeno ci salutano e i clienti ci guardano storto. L'atmosfera non ci piace, la città è piena di traffico e non riusciamo a girarla bene... 'Fanculo Plymouth, ce ne andiamo altrove. </div>
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Attraversiamo un ponte bellissimo (anche se nel momento stesso in cui l'ho visto all'orizzonte mi son messa paura vera...) ed enorme che porta dal Devon direttamente alla Cornovaglia. La nostra meta, adesso, a metà pomeriggio, è Looe, un paesino vicino a Polperro che è un'altra delle nostre mete.</div>
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Lasciamo le contee di foreste pecore e pub in legno per raggiungere la vera zona turistica del sud dell'Inghilterra. D'ora in poi il paesaggio sarà diverso, paesini pittoresche, barche e negozietti di antiquariato e di oggetti homemade la faranno da padrona. Arriviamo a Looe tardi, o almeno tardi per l'orario inglese. Siamo quasi all'ora di cena, troviamo subito un B&B (stu-pen-do!) e ci dirigiamo al paesino per guastarci una buona birra. Troviamo un market aperto e ci fiondiamo a prendere due tramezzini... Stasera si cena così.</div>
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Quando ci svegliamo facciamo colazione come piace a noi, uova strapazzate, caffè in abbondanza, pane tostato, burro, marmellata, bacon... tutto! Looe ci regala un cielo tipicamente inglese. Finalmente possiamo spendere qualche minuto per vedere il paese di giorno. Facciamo un giro tra i negozi molto carini ci spingiamo fino alla spiaggia. Le barche sono ormeggiate e molo divide il mare aperto dal canale in cui entrano le barche dei pescatori. Alcuni ragazzi sono in acqua a fare il bagno mentre il cielo non ha ancora deciso se versare acqua o meno. I gabbiani cominciano ad essere sempre più presenti, grossi e divertenti. Staremo a vedere...</div>
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Il quarto giorno sta per cominciare. La Cornovaglia è immensa rispetto al giro che vogliamo fare. Dobbiamo accelerare un attimo e renderci conto che poi c'è anche il ritorno. Mancano cinque giorni al ritorno a casa. </div>
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(continua...)</div>
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-14294918259522260862012-11-15T16:09:00.001+01:002020-12-01T09:48:58.369+01:00nothing changes here and nothing improves<div style="text-align: justify;">
Volete saperlo? Martedì sono andata a vedere i Calexico. </div>
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E’ stato il mio terzo concerto della band di Burns e uomodellamiavitaConvertino.
Nel 2008, la prima volta al Rolling Stone. Avevo due biglietti, uno dei due ha ancora la matrice e il posto accanto al mio, quella sera, è stato occupato da uno sconosciuto. Nel 2009 la seconda volta, Villa Arconati con Bleeker, la sua compagna e un altro collega. Bellissimo, zanzare a parte. Marterdì 13 novembre, un anno esatto dal mio primo concerto dei Machine Head con il Cavaliere Mascherato, sono tornata sul luogo del delitto per assistere ad uno degli spettacoli live più belli ed emozionanti del mondo. </div>
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La prima cosa che ho pensato quando è terminato il concerto è stato: “Ma perché la gente va a vedersi i Tama Impala e Bon Iver e invece snobba i Calexico, pietra miliare della musica internazionale?”. </div>
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Non me lo spiegherò mai. Ma mi fa incazzare. Mi fa incazzare che una band di questo livello abbia un Alcatraz rimpicciolito perché ci sono ‘solo’ mille persone a vederli. Mi fa incazzare perché è questo che gli addetti ai lavori e i ragazzi di oggi dovrebbero sentire, è ha questo che dovrebbero partecipare. Mi rincuora, d’altra parte, la conferma di vedere sul palco una band gioiosa e musicalmente competente, travolgente e semplice allo stesso modo. Mi rassicura, vedere tra il pubblico facce conosciute di vecchi appassionati, gente che potrebbe essere la stessa facente parte del pubblico del Boss, quella categoria di fan, insomma, che sa cosa sta ascoltando, che ama la qualità e i concerti raccolti, e che forse è ancora più elitaria e snob di quelli che vanno a vedere i Tama Impala e Bon Iver. </div>
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E’ che io poi sono popolare. Non sono di quelle che vuole tenersi un gruppo per sé, gelosamente possessiva della loro musica. Io, un gruppo come i Calexico, vorrei che lo conoscessero tutti:</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/jn_AjVHOKk0" width="320" youtube-src-id="jn_AjVHOKk0"></iframe></div><br /><center><br /></center>
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Al Cavaliere è piaciuto molto. Il Cavaliere ha allontanato dal pub il suo braccio destro perché il suo braccio destro deve riprendere in mano la propria vita e capire cosa vuole fare del suo futuro. Il Cavaliere Mascherato lavora quindi sette giorni su sette. Addio due serate libere alla settimana, addio week end programmati in anticipo in Belgio e a Londra, addio a sonni tranquilli. </div>
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Addio anche alla mia di tranquillità, visto che mi ha chiesto una mano in più di quella che già do al pub. E quindi eccomi, a lavorare quattro sere alla settimana, senza mai staccare, arrivando a fare anche diciotto ore di lavoro consecutive. E sono uno straccio. Faccio schifo. Ho le occhiaie, sono scavata, ho i brufoli che nemmeno da adolescente sorgevano sul mio viso, mi brucia lo stomaco, mi fa male la testa, ho brividi da una settimana in tutto il corpo, ho la concentrazione di un bambino di tre anni e l’attenzione di un malato di demenza senile. </div>
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E mi preoccupa il Cavaliere che non so come potrà resistere. E allora l’ho trascinato a vedere i Calexico martedì. Abbiamo messo in piedi una staff fenomenale al pub per garantire a me e al Cavaliere di passare via tre/quattro ore tranquilli senza doverci preoccupare. E il Cavaliere è stato fantastico. E i Calexico anche. E il mio caporedattore pure, perché a fine live mi ha trascinata dei camerini dove abbiamo salutato la band e io ho potuto ammirare nuovamente la bellezza infinita di John uomodellamiavitaConvertino.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLUEVp4Jx65XGvCKridNgQR8RNzCXdzB_fQRqLqo8kL0_xO_tTY_hXI74maD0xnlCyDSmBzDbq0MO7FasFLaFg91yjICmdG-pnQi8efq9PdDLqRlCUX4YrSc21DBvPt0osvEovuLkMZq4/s1600/calexico-680x455.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="427" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLUEVp4Jx65XGvCKridNgQR8RNzCXdzB_fQRqLqo8kL0_xO_tTY_hXI74maD0xnlCyDSmBzDbq0MO7FasFLaFg91yjICmdG-pnQi8efq9PdDLqRlCUX4YrSc21DBvPt0osvEovuLkMZq4/s640/calexico-680x455.jpg" width="640" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-75437106590299387732012-10-23T18:45:00.000+02:002012-10-23T18:58:04.810+02:00for me, for youoggi è una bella giornata. mi scambio mail da stamani con il mio Bleaker (chiamerò così, d'ora in poi, il <a href="http://chepoivogliodire.blogspot.it/2009/10/ah-ieri-il-bepi-se-ne-andato.html" target="_blank">mio collega preferito che insieme al Bepi</a>, mio ex collega, ma sempre preferito, hanno reso questi miei ultimi nove anni un po' più speciali). Io e Bleaker siamo bravissimi a mandarci mail, lo facciamo di continuo, nonostante le nostre scrivanie siano poco distanti e nonostante si lavori nello stesso ufficio e nonostante ci si ritagli delle pause caffè lunghe lunghe a cui non vorremmo mai rinunciare.<br />
<br />
Ve ne avevo già parlato ultimamente, è il collega di cui sono super gelosa perché la bella (e brava e simpatica e ricca, 'fanculo!) bionda che è arrivata da poco (ormai son due anni ma per me è sempre "l'appena arrivata) ha attirato un po' la sua attenzione. Be', dopo primi momenti di attrito, adesso che il countdown si avvicina allo 0 e che mancano solo due mesi al mio addio alla redazione, Bleaker sembra non voler sprecar nemmeno un minuto nei nostri giochini di ruolo da prima media, e allora ci gustiamo tutto il tempo che passiamo insieme, passeggiando, parlando, mangiando, scrivendoci mail a raffica, prendendo in giro tutti, chiamandoci quando non ci vediamo e dedicandoci - che poi è la cosa che ci riesce meglio - tantissime canzoni.<br />
<br />
A lui piacciono i Pearl Jam. A me no. A lui piace Costello. A me di brutto.<br />
Gli ho detto che venerdì (di venerdì, <i>ndr, </i>ve lo racconterò in un altro momento) ero a casa e ho messo su un disco dei PJ perché ci volevo provare. Volevo riprovarci a vedere e sentire se è proprio vero che con me non attaccano o cosa. Risultato: dopo quattro pezzi ho tolto il disco e ho inserito Costello. L'album è Punch the Clock, compie quest'anno i miei stessi anni, e lo amo dall'inizio alla fine.<br />
<br />
Io e Bleaker ogni anno - o quasi - ci regaliamo a Natale un disco fatto da noi, una<i> compila, </i>come si usava fare ai tempi delle superiori. Non sono tutte canzoni che ci dedichiamo èh, solo quelle che ci ricordano qualcosa, fatto insieme o anche no.<a href="http://chepoivogliodire.blogspot.it/2010/01/thats-time-i-love-best.html" target="_blank"> La nostra canzone, ma lo sapete già, è "E ti vengo a cercare" di Battiato,</a> ma ce ne sono altre mille. Io in queste settimane, mentre sono in autobus o sul tram, scorro il player del iPhone e penso a che genere di disco regalargli quest'anno. Quest'anno che sarà l'ultimo che passeremo insieme. So già che ci saranno un paio di canzoni che lo faranno morire dal ridere, perché i nostri cd hanno un po' anche quel senso lì, mettere brani magari non epocali ma che solo noi sappiamo che ci farebbero ridere di brutto. E allora dopo la canzone di Maradona e "Se mi lasci non vale" di Iglesias, so che metterò anche i Beirut. Che a me piacciono tanto, mentre lui mi sa che li apprezza ma da buon vecchiardo qual è snobba un po'.<br />
<br />
<br />
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<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/iN-5XUqe1PQ" width="560"></iframe></center>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-58057307557489663142012-10-02T11:45:00.001+02:002012-10-02T11:45:45.237+02:00sunshine<span style="font-family: verdana,sans-serif;">In ogni caso... volete sapere come cazzo ci si fa male a suonare la Timba?Doveste mai appassionarvi, </span><i style="font-family: verdana,sans-serif;">così tanto</i><span style="font-family: verdana,sans-serif;">,
come mi sono appassionata io allo strumento, sappiate che le conseguenze - specie se
non avete ancora imparato a mettere bene le mani nonostante ve lo
abbiamo spiegato mille volte - sono quelle che vedete qui.</span><br />
<br />
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_PqAMtQwN_JdOyC9cx9tnrvCW7V77A_k-ujB6s7FRtcgzKmQkp1qkVT1e41lJ2_b0kS0XUgWOT7E09-zMMJn8CP-tPyuCfS3c8VRgXYuJ1ms-SznpWbmG7M91K6RnXhkBBSsrkqWlpo/s1600/IMG_1702.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_PqAMtQwN_JdOyC9cx9tnrvCW7V77A_k-ujB6s7FRtcgzKmQkp1qkVT1e41lJ2_b0kS0XUgWOT7E09-zMMJn8CP-tPyuCfS3c8VRgXYuJ1ms-SznpWbmG7M91K6RnXhkBBSsrkqWlpo/s320/IMG_1702.JPG" width="320" /></a></div>
<br style="font-family: verdana,sans-serif;" />
<span style="font-family: verdana,sans-serif;">
Sappiate che urlerete, bestemmierete e riderete dal nervoso quando:</span><br style="font-family: verdana,sans-serif;" /><br style="font-family: verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: verdana,sans-serif;">- l'indomani metterete le mani sul volante della vostra auto</span><span style="font-family: verdana,sans-serif;"></span><br style="font-family: verdana,sans-serif;" />
<span style="font-family: verdana,sans-serif;">
- darete un buffetto simpatico, a mano aperta, a vostro nipote</span><br style="font-family: verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: verdana,sans-serif;">- chiuderete con la maniglia le finestre </span><br style="font-family: verdana,sans-serif;" />
<span style="font-family: verdana,sans-serif;">- cercherete di aprire un barattolo di olive con tutta la forza che avete</span><br style="font-family: verdana,sans-serif;" />
<span style="font-family: verdana,sans-serif;">
- giocherete a calcetto con vostro nipote e perderete perché non riuscite ad impugnare come si deve le manopole</span><br style="font-family: verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: verdana,sans-serif;">-
durante una partita a scopa con degli amici batterete forte la mano sul
tavolo dopo aver fatto quattro scope consecutive (con-se-cu-ti-ve!)</span><br style="font-family: verdana,sans-serif;" />
<span style="font-family: verdana,sans-serif;">- chiamerete, battendo le mani, il cane di un amico<br />- cercherete di abbattere una zanzara <br /><br />le bestemmie più creative vi verranno invece nei momenti più dolorosi, ovvero quando:<br />
- aperta l'acqua della doccia metterete la mano sotto il getto per sentire se è troppo calda </span><br style="font-family: verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: verdana,sans-serif;">-
dopo una cena con amici metterete il tappo di sughero alla bottiglia
del vino e batterete sopra il tappo con la mano aperta (un </span><i style="font-family: verdana,sans-serif;">open tone</i><span style="font-family: verdana,sans-serif;">, per intenderci...) per farlo entrare bene. </span><br />
<span style="font-family: verdana,sans-serif;"><br /></span>
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: verdana, sans-serif;"><i>Vieni, vieni a suonare nei Mitoka che ti diverti</i>... 'fanculo</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-46650421223749371292012-10-01T17:42:00.000+02:002012-10-01T17:42:57.365+02:00now I’ll be boldNon ho molto tempo, oggi sono una trottola impazzita. Dormo sempre meno e senza nemmeno accorgermi che sto dormendo. Il tempo passa veloce, odio quando mi dicono <i>vedremo</i> perché penso che non voglia proprio dire un cazzo e soprattutto perché non ho cinque anni quindi se uno deve dire NO tanto vale che dica NO, anziché un cristo di <i>vedremo</i>.<br />
<br />
Sabato sera sarei dovuta andare alla festa di apertura corsi dei Mitoka. Perché? Perché dopo i due mesi fatti a maggio e a giugno mi sono iscritta per l'anno 2012/2013 con tutte le buone intenzioni di imparare come si suona una dannata Timba. Cosa che avrei potuto fare con l'orchestra senior, quella seria, sabato sera, durante il mio primo concerto da junior con l'orchestra figa. E invece? E invece al pub si è ammalata la cuoca, il Cavaliere Mascherato è impazzito e i santi e la Madonna sono scesi a terra mentre al Bambin Gesù, per via di tutte le bestemmie, son mancate perfino le forze per mandare un fulmine a colpire. Io ho rinunciato alla mia serata per lavorare, da sola, dietro al bancone di un pub con un centinaio di persone in piedi a chiedermi birre su birre mentre la giuve batteva la maledetta roma e mentre il Cavaliere Mascherato per rilassarsi ha deciso di pulire la cassa. Risultato? La cassa è caduta, si è aperta, la moneta è andata ovunque, i soldi in carta pure, la chiave si è rotta dentro e il cavo collegato alla stampante in cucina e all'iPad si è strappato. Conseguenza? Io che me vado dal pub su una scia di bestemmie e dicendo al Cavaliere solo questa frase: <i>testa di cazzo, sei una testa di cazzo.</i><br />
<i><br /></i>
Sono ritornata poco dopo, pronta a mettermi al lavoro. E' stata una serata di duro lavoro, avevo il groppo in gola per non essere a bere, suonare e a fare casino con Le Ragazze che erano tutte dai Mitoka, ma è stata un vera soddisfazione chiuder una serata come quella di sabato lavorando in tre e con il nuovo menù che partiva.<br />
<br />
Il Cavaliere è più bello che mai, e io lo prendo in giro sempre di più... non vedo l'ora di riportarlo a veder i Mumford quando torneranno a suonare in Italia. Adesso esce il nuovo album, finalmente, a breve sono certa di vederli ancora su un palco... Guardate che spettacolo:<br />
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<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/rGKfrgqWcv0" width="560"></iframe></center>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-60664955688024299252012-09-28T12:58:00.001+02:002020-12-06T10:18:00.927+01:00old story, same old storyMi sa che se trovo due minuto preparo un bel post sulle mie vacanze in Cornovaglia. Non è poi che ci metta molto a postarvi qualche foto è... è che so che poi mi viene sa scrivere e la tiro lunga.<br />
<br />
Dai, mi metto all'opera. Intanto vi lascio con la canzone del giorno.<br />
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<br />
A me piacciono e son sempre piaciuti. Non li cito mai come gruppo, nel senso che quando parlo di musica come riferimenti stilistici non ho mai fatto riferimento a loro. Ma li ho visti in concerto. Per la redazione. Ero stanca, ne parlavo anche tra queste pagine. Avevo una settimana di fuoco, con in mezzo un’intervista a casa della Vanoni ed ero psicologicamente a pezzi. Quindi? Quindi niente, mi sono ritrovata tra gli spalti con il mio collega storico a vederli e… mi sono divertita, ho cantato e sono stata bene. Fanno un bello spettacolo, folkloristico, con colpi di scena, cambi palco, roba da ridere insomma. E poi a me il nuovo singolo piace. Cioè il ritornello mi fa sentire come un'adolescente californiana alle prese con Ryan di O.C. (che a me faceva schifo, ovviamente preferito <a href="http://blog.fragolandia.com/wp-content/uploads/2010/07/adam1.jpg" target="_blank">Seth</a>)<br />
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<br /> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/NUTGr5t3MoY" width="320" youtube-src-id="NUTGr5t3MoY"></iframe></div><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-30657202309843258362012-09-26T12:38:00.001+02:002020-12-06T10:19:00.472+01:00I'm coming up onlyieri sono andata sotto invito di<a href="http://zeldawasawriter.com/" target="_blank"> Zelda Was a Writer</a>, ovvero della carissima Cami, in Ticinese in questo locale adibito a blogger party. Mi ha detto Cami che per la settimana della moda hanno chiamato lei e altri 6 blogger dicendo loro di organizzare qualcosa in uno spazio (ve la racconto alla bruttodio, dai). La Cami ha la fortuna di essere circondata da persone altrettanto laboriose e belle come lei. E' un mondo che a me non appartiene: abiti vintage, teatro, incontri, scambi, cose belle, e tutte quelle cose lì che lei è bravissima a mettere insieme. Sarà per questo che mi piace tanto, perché fa le cose sempre ben fatte, che a me non verrebbero in mente, ed io ci sguazzo che è un piacere, assorbendo un po' di tutto.<br />
<br />
Dopo un breve saluto e un bicchiere di birra (il ragazzo che si occupava del bar voleva a tutti i costi propinare a chiunque la nuova Beks a limone... "ciao vuoi assaggiare..." "no, grazie", "ciao vuoi provare la..." "no grazie", "ciao abbiamo la nuova..." "no. grazie"), sono fuggita a raggiungere le ragazze, c'era la festa dei vent'anni della cooperativa di Baggio in cui lavora Pèola, ho giocato a calcio balilla e sono stata bene. Ritornata all'ovile, ovvero al pub, ho avuto il piacere di concludere la serata con quattro chiacchiere fatte bene, tra una Oyster Stout e qualche sigaretta.<br />
<br />
La band del giorno è quella dei Band of Horses, sono di Seattle, fanno indie rock folk bla bla bla, quelle cose che piacciono a me e agli hipster che odio tanto insomma. Ma loro per gli hipster sono di gran lunga troppo raffinati. Hanno suonato al Rock in IdRho l'anno scorso con Iggy Pop, Hives e Foo Fighters... cast meno adatto non gli poteva capitare, infatti non se li è cagati nessuno e nel contesto ne sono usciti anche come quelli noiosi. Tant'è, noiosi un po' lo sono, ma d'altronde, lo sono anch'io.<br />
<br />
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<center><br /></center><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/4H1h32vqDxE" width="320" youtube-src-id="4H1h32vqDxE"></iframe></div><br />
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-86937235643907336512012-09-25T16:39:00.001+02:002012-09-25T16:42:10.081+02:00what a wonderful world<br />
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyh3E8fMZHTR8adDewtbFXUX68YyqlEgguE-BUV_Ah_HtatH7yGQ-mGg376fXqW1EsttXqsH6pYYLwQ9qbpfk7yknigmY4nkZRaAtyPB9fog51LTGIiUIhr68qV0k9Qf9flZNmYKFOdYY/s1600/ponch.gif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyh3E8fMZHTR8adDewtbFXUX68YyqlEgguE-BUV_Ah_HtatH7yGQ-mGg376fXqW1EsttXqsH6pYYLwQ9qbpfk7yknigmY4nkZRaAtyPB9fog51LTGIiUIhr68qV0k9Qf9flZNmYKFOdYY/s200/ponch.gif" width="154" /></a></div>
<br />
Sabato siamo riusciti finalmente a festeggiare i quarant’anni di matrimonio dei miei. Belli loro, come due pappagallini in amore. Poi c’erano anche i miei fratelli e le rispettive, più quel nano di mio nipote che è proprio un bel fighetto. Nota a margine: sono stata semi-rimproverata per essermi scordata il compleanno di mia cognata, madre di mio di nipote, moglie di mio fratello soprannominato Ponch.<br />
<br />
<br />
Embè? E chi cazzo la frequenta, scusatemi, mia cognata? Chi ci è mai uscita a bere una birra e a fare due chiacchiere? Non io, di certo. Che tra l’altro mi piace anche, e molto direi. E’ tosta e in gamba, ma non siamo mai andate oltre ai convenievoli. E quindi? Gli auguri? E che cazzo ne so. Poi è nata a luglio, i compleanni che cadono da giugno ad agosto non me li ricordo. Mai. Quindi gnente, auguri non pervenuti. Scatta l’smscodatralegambe con due mesi di ritardo e pace fatta. Poi, se mi avessero ringraziata del regalo che ho portato a loro e del furgone spaziale che ho regalato a mio nipote di ritorno dalla Cornovaglia, magari avrei gradito. Ma non importa, quella stronza sono io. Se io mi dimentico sono quella che non gliene fotte un cazzo, se si dimenticano di ringraziare loro, i grandi, allora è colpa che sono sempre di fretta e impegnati e “sai come siamo io e tuo fratello, abbiamo la testa fra le nuvole”.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ambè.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque. La giornata è iniziata strana, con il cavaliere mascherato che si aggirava tra gli armadi e se n’è uscito ad un certo punto con un camicia. Nera. Della Polo. Lo guardo stranita: </div>
<div style="text-align: justify;">
“Che ci fai tu con la camicia?” </div>
<div style="text-align: justify;">
“Be’, ho visto il ristorante su Internet, penso sia gradita” </div>
<div style="text-align: justify;">
“Sì ma tu puoi fare quello che vuoi, puoi venire anche con la maglietta del pub, se ti pare” </div>
<div style="text-align: justify;">
“Tranquilla, va bene così”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ennò, caro cavaliere! Se mi metti la camicia, cosa apprezzabile, fai che sia almeno pulita. Pulita lo era, anche profumata, ma aveva addosso una quantità di peli (polvere etc) da far paura, cosa che mi ha costretta, come una vera fidanzatina rompi cazzo, a rincorrerlo tutto il giorno con le mani bagnate cercando di rimediare al danno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Vebbe’, usciamo di casa in orario, per ora non mi posso lamentare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per il resto della giornata il cavaliere non ha quasi proferito parole e si è trascinato ovunque andassimo per via di un mal di schiena fulmineo e di un sonno che non gli dava pace (era rientrato dal pub alle 4 e alle 9 è suonata la sveglia).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo stati sul lago Maggiore, abbiamo mangiato splendidamente ad Arona, e ho subito i costanti commenti acidi dei miei fratelli e delle loro mogli su camerieri, abitanti del paese, clienti del ristorante, bigliettai dei traghetti e via discorrendo. Ho rollato una sigaretta e ancora, per l’ennesima volta, mi sono sentita dare della poveraccia. Tra le righe è, sempre tra le righe.</div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo andati da Arona ad Angera. Quaranta chilometri. Bella Angera, direte voi. Ad averla vista, potrei confermarvelo, peccato che una volta lì abbiamo preso il traghetto perché in nipotino ci voleva salire. Per andare dove, il traghetto? Semplice, sulla sponda di fronte. E cosa c’è sulla sponda di fronte? Arona. Cinque minuti di battello per ritornare dove eravamo al ristorante, fare un giro di dieci minuti in un posto dove eravamo appena stati e poi riprendere l’imbarcazione per tornare ad Angera, dove avevamo l’auto. Evviva.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La giornata si è conclusa in fretta. I miei li ho visti felici, e questa è l’unica cosa che per me conta. E poi sono belli, cazzo. Anche quando sembrano Falcone e Borsellino.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEPKplbYUZw7vImJOdLM586WIQNTCKYK6mZvXoLPLNk42K7rDufLmfjrNYK_bIqQs_HajYIsBc4No3trxAJdVS0Sa4AEJftYZulClUkPM5RGGCKBarTy-6olx20WdmZodnlCs_C17EiIY/s1600/IMG_2627.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEPKplbYUZw7vImJOdLM586WIQNTCKYK6mZvXoLPLNk42K7rDufLmfjrNYK_bIqQs_HajYIsBc4No3trxAJdVS0Sa4AEJftYZulClUkPM5RGGCKBarTy-6olx20WdmZodnlCs_C17EiIY/s320/IMG_2627.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-61435499407872607672012-09-11T16:29:00.001+02:002012-09-11T16:29:46.226+02:00ma belle<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJNfufmY8rptozBb_hWKfuMgEkUXXKusApXr-yiD4xURPD5ByQQqweQyBInVjb3L83nYX7Ul0RZ5PpbTaserDoOs4mnuiWppc-pC0fMjUlMd8qPabsid6orMwdwFU613W19P5lpXiAlNo/s1600/michelle3" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJNfufmY8rptozBb_hWKfuMgEkUXXKusApXr-yiD4xURPD5ByQQqweQyBInVjb3L83nYX7Ul0RZ5PpbTaserDoOs4mnuiWppc-pC0fMjUlMd8qPabsid6orMwdwFU613W19P5lpXiAlNo/s640/michelle3" width="492" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUJ7zA3FR05_NEXTdimEJpl7VZoBNA6RUv0u_p-u75iiSDtyd-w1l7lb5VnR91TssKzGcwr3FsPTLDAUcJGjQcZeRsewa_6l1Hqe1SCvf0biG9febi57jvUvhkNhehLdyWln-aZMGnVnY/s1600/michelle2" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUJ7zA3FR05_NEXTdimEJpl7VZoBNA6RUv0u_p-u75iiSDtyd-w1l7lb5VnR91TssKzGcwr3FsPTLDAUcJGjQcZeRsewa_6l1Hqe1SCvf0biG9febi57jvUvhkNhehLdyWln-aZMGnVnY/s640/michelle2" width="492" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUxhWVcV0CmZyQKrpxgGn8ppSnWTikGX58T1Ar-t1NjQBDTU5EUlkKINRXA-0VYI1IssSg7rPzvbTfaZiZ3B8X_XSx9VLtJMR2P0km29tT8MVfzJ6YaTv2en6wRPma1F6-cW13tl39gLc/s1600/michelle" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUxhWVcV0CmZyQKrpxgGn8ppSnWTikGX58T1Ar-t1NjQBDTU5EUlkKINRXA-0VYI1IssSg7rPzvbTfaZiZ3B8X_XSx9VLtJMR2P0km29tT8MVfzJ6YaTv2en6wRPma1F6-cW13tl39gLc/s640/michelle" width="478" /></a></div>
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<br /></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Amen.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-53465046413864524042012-09-06T12:14:00.000+02:002012-09-06T12:14:45.952+02:00I seek to cure what's deep inside<div style="text-align: justify;">
Metto l'opzione random alla mia libreria iTunes e parte la gloriosa "Africa" dei Toto, un brano che mi ha sempre fatto sbarellare. Pacchiano e melodico in un puro stile anno Ottanta, un ritornello da cantare sotto la doccia sempre e comunque e quel non so che che alla fine non ti stanca mai.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo ascolto. Poi mi soffermo a pensare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cazzo, vi rendete conto che il mio ex ragazzo mi ha tradita con la cantante di una cover band brianzola dei Toto?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La domanda è: esiste qualcosa di più deludente?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<center><iframe width="420" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/aCca5mPMp9A" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></center>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-28162947812721090542012-08-28T12:02:00.000+02:002012-08-28T12:12:06.135+02:00avrò la faccia più dura...<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR7bFcyXAeBen_4si5RN_bNfDQMpsWjUrx2v9fjCApt3w8zIfh0gwCvLyTBMmlfDZc_KDPf2YiPLwr9sCULyhBkz6RN9itGEnacNTAcaHWaDrJRs18zP0FlMF79KuAcxZ257Ea_C9c35Q/s1600/ROMA-CATANIA-Luis-Enrique.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR7bFcyXAeBen_4si5RN_bNfDQMpsWjUrx2v9fjCApt3w8zIfh0gwCvLyTBMmlfDZc_KDPf2YiPLwr9sCULyhBkz6RN9itGEnacNTAcaHWaDrJRs18zP0FlMF79KuAcxZ257Ea_C9c35Q/s320/ROMA-CATANIA-Luis-Enrique.jpg" width="320" /></a></div>
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Non so da dove cominciare. Facciamo come quando lasci un fidanzato che ci pensi e ci ripensi e poi sputi il rospo nel peggiore dei modi perché regredisci con il cervello fino a tornare ad avere due anni. </div>
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Okay lo dico: a fine anno lascio il lavoro. Lascio la redazione, lascio quella che per otto anni è stata la mia casa, la mia cucina, la mia scrivania, la mia macchina del caffé, il mio bagno, il mi palazzo, la mia entrata, le mie scale, le mie porte, le mie finestre, il mio portinaio. La mia vita. Per me che di anni ne ho ventotto, otto passati a lavorare qui, sono davvero tutto. E’ forse per questo che non mi sono mai trovata con i miei coetanei: mentre voi dovevate ancora terminare l’università e pensavate a fare l’Erasmus a Siviglia, io andavo in giro a intervistare Ornella Vanoni, Ligabue e Capossela, mi smazzavo concerti tutte le sere, andavo a fare la giurata ai concorsi a Roma, andavo all’estero alle prime dei grandi artisti stranieri, rifiutavo di apparire in televisione alle finali di X Factor e al Festival di Sanremo e lavoravo anche in un’etichetta discografica, facendo la tour manager a tempo perso. </div>
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Lascio. Lascio senza avere trovato altro perché è facile mollare qualcosa dicendo “ho trovato di meglio”, più difficile e più doloroso è dire a qualcuno “ti lascio perché voglio lasciare te, e basta”. Se non procurassi dolore non sarei io. E quindi eccomi all’abbandono del lavoro della mia vita.</div>
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Che negli anni, della mia vita lo è diventato sempre meno. Troppo veloce tutto e tutti quanti intorno a me. Forse aver cominciato quasi dieci anni fa quando era già tanto se avevi un profilo finto su MySpace, è stato alla lunga rovinoso. Forse adesso, è tutto troppo lontano da me. Adesso che in due anni è cambiato tutto, che se non hai Facebook e Twitter non sei nessuno, che ai concerti ci si va solo in cambio di una recensione, che le dirette dai live le si fa via Twitter, che le serate di Sanremo si commentano con l’iPhone, che se vai ad intervistare un artista devi sucarti le chiacchiere tra lui e i giornalisti fighi di quello che si scrivono a vicenda sui social, per me non c’è più spazio. E forse è colpa mia, colpa mia che rifiuto tutto questo anziché allinearmi con i tempi. Ma io non sono una di quarantacinque anni che nei social riscopre la nuova vita ed impazzisce per ‘ste cose. Io sono un po’ come quello abituato alle videocassette che si lamenta che in giro non vendono più videoregistratori, e allora anziché fare il digitale terrestre e comprare il lettore dvd non guarda più la televisione.</div>
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Non rido più. Io ho imparato a fare giornalismo con tutta l’umiltà del mondo, con la testa sempre alta, attenta a tutto, innamorata delle finezze e dei dettagli che rendono a volte questo mestiere uno dei più belli del mondo. E allora vedo arrivare i nuovi stagisti, che rispondono che questo non gli piace, che quello non lo conosco, che di quell’altro loro non sanno nulla e quindi non possono lavoraci sopra perché ‘non è roba loro’. E se ne stanno lì, senza la curiosità che a me invece divorava, che non mi faceva dormire la notte. Rimangono lì senza quel batticuore delle prime interviste, senza quel prendersi responsabilità sulla buona riuscita di un progetto, che tanto “sono qui per poche lire e se mi gira mollo questo posto e me ne vado in un altro”. </div>
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Io no. Io, stronza, me ne sono innamorata di questo posto, gli ho voluto bene e l’ho difeso con i denti sempre e comunque. Ci ho messo l’anima, le idee, l’impegno, senza ritorno economico. Mi sono presa le mie soddisfazioni lavorative (quelle che per altri sono cose normali o addirittura noia), ho goduto fisicamente ed emotivamente ad ogni busta aperta a mio nome con dentro un nuovo disco, che fosse quello della vita o quello più brutto dell’anno. Ho allacciato rapporti unici con uffici stampa straordinari quando si sa bene che tra giornalisti e pr non scorre buon sangue. Ho sempre giocato in seconda linea perché penso che ognuno debba conoscere i propri limiti e prima di farsi fregare debba sapere dove posizionarsi al meglio, e io so di essere un’ottima spalla per tutto, ma non fatemi fare la parte della protagonista. Non sono mai stata sicura di nulla nella mia vita di come sono sicura di sapere fare bene quello che faccio e aver avuto uno dei migliori maestri. </div>
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Un maestro che quando gli ho detto che avrei mollato il colpo, mi ha sorriso e dopo due giorni mi a chiamata nel suo ufficio per capire ‘cos’altro potevamo fare’. E io mollo perché non ce la faccio più, perché per quanto non ne abbia mai fatto una questione economica (che poi siam tutti sulla stessa barca, qui), quando viene a meno la credibilità professionale non c’è molto altro da fare. Quando qualcuno in otto anni non ha capito quanto valgo e cerca di mettermi nell’angolino, perché è convinto che io ami talmente tanto questo posto da non lasciarlo mai, allora bisogna dirgli che sta sbagliando. Sbagliando di grosso. Almeno su di me. Che non sono come voi, questo è poco ma sicuro. Cosa me ne faccio dell’essere diversa da voi e senza più un lavoro? Non lo so, di certo non voglio le vostre pacche sulle spalle del tipo “guarda anche io, non fosse per il lavoro mollerei subito i social” oppure “come ti invidio, cambierei anche io ma sai, il mutuo”. E non voglio nemmeno sentire commenti del tipo "sì sì, fai la persona originale e unica che intanto il mondo passa e tu rimane indietro con il culo a terra". Ecco, ‘ste cose, sacro sante e fondamentali, tenetevele lì. Volere è potere. Non mi sento sfigata, mi sento libera. E non è un gesto plateale che qualcuno scorderà. E’ la mia vita e chi vuole se la tiene a mente, non ho mai fatto nulla per costringere qualcuno a pensare bene di me, e non inizierò certo adesso. Anzi.</div>
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-51984913383611841072012-08-27T13:13:00.001+02:002012-08-27T13:13:07.244+02:00così è, se vi pare<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxkZxnQDfQxGL2-juilzI1CvbNQSZPWjN3VBho76KgCLq07NGyoeQL0Jolq9bBu2O4bsnmlO55oRfefZ81e0Eg4YZXbmSU-D8Zcnn7MCBYYv99ArF15FlG7kWftPvE4LCmKKqPjXGbrzg/s1600/barbie+obesa.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxkZxnQDfQxGL2-juilzI1CvbNQSZPWjN3VBho76KgCLq07NGyoeQL0Jolq9bBu2O4bsnmlO55oRfefZ81e0Eg4YZXbmSU-D8Zcnn7MCBYYv99ArF15FlG7kWftPvE4LCmKKqPjXGbrzg/s1600/barbie+obesa.jpg" /></a></div>
Da tempo leggo <a href="http://www.matiseivista.com/" target="_blank">il blog della Zitella Acida</a>, e da tempo mi faccio delle grandi risate e condivido con chi posso i suoi blog. Lei è molto brava, brillante e fa un sacco ridere, è riuscita a fare di una passione quasi un impiego (i blog, a ritmi elevati richiedono molto tempo e dedizione… motivo per cui il mio è così scarso), cosa che ovviamente ha scaturito attacchi e prese di posizione da parte di lettori che lasciano il tempo che trovano. Mi spiace per la Zit, ma più mi spiace per chi - a differenza sua - non c’ha un cazzo da fare nella vita che stare attaccata alle chat, ai blog, a twitter a fb e così via, cercando di dire la propria ovunque facendosi forza sul concetto del ‘Non te l’ho detto io di aprire il blog e di farti figa prendendo per il culo gli altri per cui adesso prendi i miei insulti e taci’. E’ vero, nessuno ci chiede di di scrivere della nostra vita o di quella degli altri su queste pagine, ma a noi piace così. A noi piace parlare per metafore, cercando di spiegare cose comuni prendendo spunto da un episodio specifico, che ci teniamo stretto il più possibile, senza fare nomi e cognomi. E voi dovreste prenderle così queste cose, leggerle, sorridere se vi và, cambiare blog se vi annoiamo, ma capire anche che certe cose scritte sono cose di un momento, sono portate all’esasperazione perché altrimenti non ci sarebbe nulla da ridere ma solo da piangere, e noi vogliamo farvi ridere. E quando scriviamo qualcosa di serio e ahimé ritorniamo sulla terra come della comuni mortali, mostrandovi un po’ di vulnerabilità e di sensibilità, ecco, trovo di cattivo gusto entrare a gamba tesa e criticarci. Noi non vogliamo mica piacere a tutti, per Dio, vogliamo solo scrivere come sappiamo, parlare di quello che meglio conosciamo e se vi piace bene, altrimenti non c’è problema. Noi non abbiamo aperto un blog per giustificarci di quello che scriviamo e nemmeno per insegnare qualcosa a qualcuno. Si spera che chi legge quello che viviamo o che vive qualcuno per noi possa solo essere di condivisione e casomai, se proprio necessario, di discussione. Non vi chiediamo di approvare nulla e non pretendiamo l’adorazione a prescindere. Solo è il nostro spazio. Se diventa popolare perché di diffonde a macchia d’olio, dovete sempre ricordare da dove siamo partite e quale è lo scopo vero di queste pagine: sfogarci giocando sull’anonimato, strappando un sorriso a chi legge, confortando chi passa qui per caso e si ritrova nelle nostre parole, e soprattutto prendere consapevolezza di quello che proviamo, perché quando ci rileggiamo, e noi blogger lo facciamo, ci rendiamo conto veramente di cosa stiamo passando. E’ terapeutico. Lasciatecelo fare.Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-30874194587483358232012-07-10T13:26:00.001+02:002012-07-10T19:26:28.635+02:00that's the time, I love the best<br />
<div style="text-align: justify;">Va be’ non ve l’avevo ancora detto ma forse è arrivato il momento. Nel giro di un mese ho preso tre grandi decisioni. Tre grandi decisioni che mi cambieranno un po’ la vita futura. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">1. A fine anno, dopo nove anni, lascio la redazione.</div><div style="text-align: justify;">2. Del Piero ha dato l’addio ufficiale alla Giuventus. A inizio stagione, dopo tutta la vita, smetterò per la prima volta dopo ventiblabla anni di interessarmi del mio calcio.</div><div style="text-align: justify;">3. Da un mese suono la Timba nei <a href="http://www.mitokasamba.com/" target="_blank">M. S</a>.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Parliamo di quella più seria: io suono.</div><div style="text-align: justify;">Io che ho sempre alzato gli occhi al cielo bestemmiando di noia ogni volta che il mio ex ascoltava una canzone e mi diceva ‘qui l’arrangiamento non funziona’, ‘qui l’accordo è fatto male’, ‘qui manca il groove’. Io che ho sempre voluto l’orecchio vergine, senza saperne troppo di musica per poter godere di tutte le canzoni del mondo. Io che arrivo da una famiglia di quasi musicisti. Io che sono cresciuta con in casa mille clarinetti e un pianoforte che usavo come mensola. Io che ho preso uno schiaffo da mio fratello perché lo prendevo in giro quando mi insegnava solfeggio e lo imitavo facendogli il verso. Io che staccavo il peso del metronomo per vederlo andare a mille all'ora e mia madre mi dava una sberla perché ‘non è un giocattolo’. Io che spezzavo le ance del clarinetto di mio fratello perché mi divertivo. Io che stavo uscendo da Daminelli Pianoforti con in mano un violino e alla frase di mia madre ‘Dani sei sicura?’ mi sono girata e l’ho rimesso al suo posto, uscendo dal negozio con la testa bassa. Io che alle medie quando suonavo il piffero lo suonavo solamente per poi innondare i miei compagni di saliva e condensa che si accumulava dentro al flauto. Io che per anni, vedendo l’altro mio fratello suonare il flauto traverso ho cercato di capire soltanto come si facesse a tirare fuori il suono e non ci sono mai riuscita, bollandomi da sola come deficiente. Io che nemmeno ‘Amici come prima’ e ‘La canzone del sole’ sono riuscita ad imparare a suonare con la chitarra. Io che, dopo mezz’ora che parlo di musica, mi chiedono ‘Cosa suoni?’ rispondo schifata e snob ‘Ma niente, ovvio. Io non voglio imparare a suonare. Io voglio la musica così com’è’.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ecco, io suono la Timba. Che è una roba così:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ_NQS2QsXX7PqUYgBevxfSJI-0neXsnXHWPeQzlJjVYjGcXB_S4K6Z-2R7T-Ic6grOKPCpOsBLFtilAxnpuymtAVJOPfth48x0SuIoWfFsDqo3QlJ3QAwgAtI65x5OmjYcr9Cl6f83I8/s1600/Timba.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ_NQS2QsXX7PqUYgBevxfSJI-0neXsnXHWPeQzlJjVYjGcXB_S4K6Z-2R7T-Ic6grOKPCpOsBLFtilAxnpuymtAVJOPfth48x0SuIoWfFsDqo3QlJ3QAwgAtI65x5OmjYcr9Cl6f83I8/s320/Timba.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div style="text-align: justify;">E sapete cosa suono? Ritmi sudamericani. Io non sopporto i ritmi sudamericani. Io non sopporto il reggae. Io tifo per l'Argentina, non per il Brasile.</div><div style="text-align: justify;">E invece suono nei Mitoka Samba e non sono mai stata così coinvolta prima. E’ iniziato tutto durante la manifestazione del 25 aprile: “Dani raggiungici, siamo dietro ai Mitoka’. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">MITOKA CHE?</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Raggiungo le amiche. Stanno dietro a una quindicina di persone vestite di bianco che suonano tamburi, tamburelli, campane e robe varie. E mentre suonano camminano. E mentre camminano ballano. E mentre ballano ridono. E mentre ridono si guardano. E allora pensi che accada ancora dell’altro, invece non accade più nulla, ma sei già innamorato di tutto questo che nemmeno te ne accorgi. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Una di loro, una dei Mitoka, si gira e saluta una mia amica. Ci invita ad andare ad una lezione prova. Ci andiamo. Ci presentiamo, a modo nostro e solo nostro. Ci sediamo e osserviamo l’orchestra Junior provare. Terminano e l’insegnante ci chiede di avvicinarci allo strumento che più ci è piaciuto. Ed ecco che la Timba mi chiama. Ed io rispondo. Me la metto addosso, con un’imbracatura da paracadutista me l’assicuro alla vita, sotto l’ombelico, e ci appoggio le mani sopra. La tocco. Mi tocca. </div><div style="text-align: justify;">Il maestro è bravo e simpatico, molto autorevole ma ironico. Dopo cinque minuti abbozziamo già una mezza cosa tutti insieme. E rido. E mi muovo. E sento il ritmo che tanto mi faceva cagare. E mi piace, dannazione. E’ un piacere anche se mi rendo conto che l’unica che suona la Timba sono io. Da sola. Tutti gli altri suonano lo stesso strumento (dal tamburin, all’agogo, dal rullante al surdo) in gruppo. Io no. Maddai?</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Io e Paola ci siamo ritornate. Abbiamo pagato il nostro mese di iscrizione, l’ultimo della stagione, e abbiamo fatto le prove con loro per tutto giugno. Con loro, i Junior, che suonano da settembre, ma che ci hanno accolte come fossimo sempre state parte del gruppo. E un po’ ci sentiamo così.</div><div style="text-align: justify;">E allora arriva la voglia che sia presto giovedì. Giovedì per andare in periferia a Milano, imbracciare una Timba e sfogare tutte le mie ossessioni. Dal lavoro al Del Piero che se ne va. Da mia madre con i piedi gonfi che sembra la Sora Lella, ai miei fratelli che si preoccupano che io stia bene ma non del perché. Da mio nipote che non vedo da mesi a mio padre che sta meglio. Dal mio lavoro ancora che non mi molla mai al ruolo che ho io ovunque vada. Dal mio cinismo che oramai non è più una maschera ma fa parte di me a quello che ne consegue. Io, distaccata e disillusa, ho messo il cuore su una Timba e tutto ciò è così evidente che mi spaventa.<br />
<br />
E il maestro è sempre lì, si vede che gli piace insegnare, stare lì... è un po' pavone ma è talmente capace che questo rimane solo un'esservazione. Ci dà sicurezza, non ci molla mai con gli occhi. Nemmeno quando a me scappa una bestemmia sorda e mi becca in pieno. Penso sia nato per insegnare.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E allora eccoci sabato scorso alla festa annuale. Festa che si conclude sì con l’esibizione dell’Orchestra Senior, ma anche con il debutto dell’Orchestra Junior. Ci capiamo, sì? DE BUT TO. De che? Dei JUNIOR. E io che so’? JUNIOR. Super JUNIOR. Da quattro settimane. Cristo.</div><div style="text-align: justify;">La giornata si svolge tra laboratori di strumenti musicali, saponette con la lana, birre in lattina, vendita di roba da mangiare (che alcuni chiamano <i>pappa</i> con mio sommo sbigottimento), partite a calcio balilla, zanzare, zanzare, sorrisi, zanzare, grattate e bella gente. Poi arriva il momento. Tocca ai Junior, chiamati a gran voce nello spazio interno per la loro esibizione. E’? Tocca a noi. Tocca a me e alla mia Timba. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Mi accerto che un senior suonatore di Timba mi presti la sua cinghia. La provo, va a pennello, non devo nemmeno regolarla. Provo ad indossare lo strumento. Mi tremano le gambe. Mi sudano gli stinchi e le cosce dove appoggia il busto della Timba. La saliva non c’è più. </div><div style="text-align: justify;">Il maestro inizia, e noi con lui. Poi arriva il momento.<br />
Il maestro fa segno di chiudere - non saprei ripetervelo, fa un sacco di segni con le mani per chiamare gli stacchi e non c'ho ancora capito una sega -, ci fa segno che non dobbiamo suonare perché tocca ai tamburin lì davanti fare il loro assolo. Assolo? Cosa? Chi? Perché? Bravi. Non sapevo ci fosse un assolo di tamburin nel pezzo, non me ne ero mai accorta. Il maestro presenta i tamburin ognuno con il loro nome, scatta un grande applauso. Applauso? Nome? NOME? </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">‘Fanculo. Magari mi sbaglio. Magari lo fa solo con loro. Sicuramente lo fa solo con loro, anche perché non mi sembravano stupiti come me, i miei amici tamburin.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Col cazzo. Il maestro chiama i rullanti. E loro rispondo. E lui li presenta, a gran voce, sopra un grande applauso.</div><div style="text-align: justify;">Tutti intorno sono eccitati. Tutti tranne me e la mia faccia. Io sono pietrificata, il sangue ha smesso di circolare e sento freddo, manco stesso morendo. O forse è proprio così. La mia faccia invece è crepata, nel centro. E dalla crepa escono dei VAFFANCULO enormi.</div><div style="text-align: justify;">Maestro, simpatico come la sabbia nelle mutande, specie in quel momento, mi guarda perché ha capito che ho capito. </div><div style="text-align: justify;">Io lo guardo e scuoto la testa facendo segno di no. Ripetutamente. </div><div style="text-align: justify;">Lui mi guarda e annuisce, facendo dei grandi Sì con la sua, di testa.</div><div style="text-align: justify;">Ripetiamo questa mossa ridicola velocemente per tre volte, finché non fa il giro, si avvicina a me e nell’orecchio mi sussurra: ‘Tranquilla, non ti lascio da sola’.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Da sola? Mavaffanculo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Faccio sì con la testa anche se in realtà non mi si muove più un muscolo del corpo.</div><div style="text-align: justify;">Negli occhi ho il terrore di una bambina davanti al bau bau.</div><div style="text-align: justify;">‘Fanculo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Tocca a me e ovviamente nemmeno me ne accorgo. Il maestro in una frazione di secondo si avvicina ad un surdo e su quello strumento mima quello che devo fare, che è l’unica cosa che so fare, semplice e facile facile.</div><div style="text-align: justify;">Ci sono cinque secondi di vuoto, di buco sonoro, di silenzio assordante. Ed è perché io non ho capito che tocca a me e non capito che cosa cazzo devo fare. Quando lo capisco il maestro un po’ ride e io alzo le spalle come per dire ‘a vabbe’ e dimmelo subito no?’.</div><div style="text-align: justify;">Da sola, io la Timba e basta, nessun altro strumento. Io da sola con le mie mani gonfie per il sangue che pulsa alle dita. Io e la mia Timba che spesso è sorda perché ancora non ho capito come si fa a mettere bene le mani senza farsi male e a far uscire un cazzo di suono decente che metta d’accordo tutti. E invece il suono esce. Poco pulito, ma esce. Mi sembra un’infinità ma per dieci, forse quindici secondi ho fatto il mio assolo guardando in faccia tutti e sorridendo come se quella cosa la sapessi fare da quando sono nata, come se non avessi mai fatto altro in vita mia.</div><div style="text-align: justify;">Nel frattempo sento la voce del maestro: ‘E’ con noi solo da quattro settimane, un applauso a D. alla Timba’. Lo odiavo fino ad un minuto fa, ora è bello come il sole.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E tripudio sia, coriandoli, trombe, stelle filanti, lo stadio impazzito, cori… Esagero, certo, ma nella mia testa è stato così.</div><div style="text-align: justify;">Inutile dire che da quel momento, inaspettato e arrivato troppo in fretta, è stato solo divertimento ed emozione allo stato puro.</div><div style="text-align: justify;">Eravamo un treno lanciato a mille all'ora, precisi, carichi e felici, tutti insieme a suonare ‘sta cazzo di samba che tanto odiavo. Ad un certo punto ho sentito come se qualcuno ci stesse cantando sopra. Non era così, ma l’armonia del suono mi ha fatto vedere il maestro come se fosse la Madonna. E forse è così.<br />
<br />
Grazie a lui, ai Mitoka e ai miei compagni di viaggio, io suono.</div><div><br />
<br />
</div>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-89232120520865849422012-07-06T15:54:00.001+02:002012-07-06T15:54:28.177+02:00true love"Mamma voglio mangiare da Meddonals"<br />
"No mi dispiace, il mac è per i grandi"<br />
"Ti prego, a Leonardo i suoi lo portano sempre"<br />
"Quando in un'altra vita sarai fratello di Leonardo, andrai anche tu a mangiare al fast food con i nuovi genitori..."<br />
"Ti prego solo per questa volta"<br />
"Ok allora, facciamo così. Entriamo e ci prendiamo le patatine fritte, ok? I panini i bambini piccoli non li possono mangiare. Va bene?"<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsxqXP-S3VfJeq5RMA1hCrjNCxrAiKj6JBQIXtuFa8xa1BLAXvrFgKauVY1VSOaeG8wxlQqOWMWW_XfUvP7Mw_JuB8EwynJqFQySk6C6B8X3xsy6KsrTBdoTuAFsv9x9AeJvLceCXpELI/s1600/this-is-england_625x352.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsxqXP-S3VfJeq5RMA1hCrjNCxrAiKj6JBQIXtuFa8xa1BLAXvrFgKauVY1VSOaeG8wxlQqOWMWW_XfUvP7Mw_JuB8EwynJqFQySk6C6B8X3xsy6KsrTBdoTuAFsv9x9AeJvLceCXpELI/s320/this-is-england_625x352.jpg" width="320" /></a></div>
<br />"Mamma IO voglio mangiare da Meddonals!!!"<br />
"No Sebastiano!"<br />
"Allora le patatine fritte non le voglio più!!"<br />
"Mmhh... Mi è venuta un'idea, perché non torniamo a casa e le facciamo insieme le patatine fritte?".<br />
"Ma no mamma, a me piacciono quelle di Meddonals…"<br />
"Ma lo sai che le patatine del Mac le cucina la tua mamma?"<br />
"Non è vero..."<br />
"Ti sei mai chiesto come mai sono sempre in ritardo, sempre di fretta e con la testa tra le nuvole? E' perché penso sempre a come cucinare in tempo così tante patatine per tutti i bambini. E non è mica facile sai, c'è una ricetta speciale da seguire…" <br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWbG_VvAqtLR9CtZGHEJpO-CidpexoK2ykAlQxqzjuS3ODXxLrqg9Wh8juYvrC5Xf34-QglHoC6fYO0cUDA45m5OUwkJTPQpuQVjuPUNtiHOiMl9LaNqAJSVYY73KUfB25jFYopnwxie4/s1600/percussion_kid.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a><br />
<br />
A scuola<br />
<br />
"Bambini che lavoro fanno i vostri genitori?"<br />
<br />
"Il mio papà beve la birra e quando non va allo stadio costruisce gli occhiali per la gente ricca. La mia mamma cucina le patatine fritte per tutti i bambini del Meddonals".<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Ecco. Non so perché ma tempo fa ho ipotizzato una situazione simile.Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-40669166541862035322012-07-06T12:03:00.000+02:002012-07-10T16:03:17.240+02:00bla bla bla (fanculo)Ascoltare Glen Hansard (che mi fa cacare) per non sentire la mia collega bionda che parla con il MIO collega-amico un tempo innamorato di me. E parlano come parliamo noi. Cioè lei in ufficio da lui, e ridono. Cazzo ridi, sei bionda, CAZZO RIDI?<br />
E poi che argomenti vuoi avere, èh? Sai qual è la canzone mia e sua, cara biondina? E' "E ti vengo a cercare" di Battiato. E sai cosa dice la canzone, biondina ricca? Dice che 'mi piace ciò che pensi e che dici, perché in te vedo le mie radici"... Capito, ragazzina con le ballerine che fai tanto l'alternativa? Tu che cazzo di radici vuoi avere in comune con lui? Sai parlare il dialetto milanese? No. I vostri papà vi hanno parlato e raccontato le stesse storie di paese quando eravate piccoli? Conosci a memoria le canzoni italiane più melodiche e sdolcinate del mondo? No. Ne sai di calcio quanto ne so io? No. Hai amici che superino i trent'anni? No. Hai mai visto Marrakech Express sapendolo citare a memoria, cristodiddio? No. E allora cosa cazzo ci parli a fare con il MIO collega?<br />
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Vecchia. Sono vecchia. Lei è figa, intelligente, brillante e brava, ed io sono vecchia. E lei è brava. E pure simpatica. Con me pure. E' simpatica, capite?<br />
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a voi lo risparmio Hansard, metto una canzone strappalacrime.<br />
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<center><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/gxEPV4kolz0" width="420"></iframe></center>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-78799088297950582212012-06-21T12:16:00.001+02:002012-06-21T12:16:42.991+02:00have arrived<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzL5kLn_8v9LhC77jKeqwzemP7OAobr0UeuA0tFeUzinY0zhffVaomEyU8SXsaGV10soul9cO4oDOPSMUkiX_jbEfbLRt9jgFbBzWjUfOSXuADj2aNxwq-TKwAZVElmgg0rQrfyKKJmxg/s1600/calexico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzL5kLn_8v9LhC77jKeqwzemP7OAobr0UeuA0tFeUzinY0zhffVaomEyU8SXsaGV10soul9cO4oDOPSMUkiX_jbEfbLRt9jgFbBzWjUfOSXuADj2aNxwq-TKwAZVElmgg0rQrfyKKJmxg/s400/calexico.jpg" width="400" /></a></div>
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<br />Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8939051704100974450.post-6911646708886948402012-06-20T10:59:00.000+02:002012-06-20T10:59:05.595+02:00they're coming<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5JKroKvb-8yEX5mlIS7iPK6IyqKhC7HH_eOeiHDxAjCTcSl7BJQPRjkN7CodUWwXVd45KcgQCiL5ot_q7BlIXB3H9REvM8_JsQB7ZivNtjqm9PWnvwUJCTHOye4ypQAGn4Ss0uzHSDAI/s1600/630-Calexico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5JKroKvb-8yEX5mlIS7iPK6IyqKhC7HH_eOeiHDxAjCTcSl7BJQPRjkN7CodUWwXVd45KcgQCiL5ot_q7BlIXB3H9REvM8_JsQB7ZivNtjqm9PWnvwUJCTHOye4ypQAGn4Ss0uzHSDAI/s320/630-Calexico.jpg" width="320" /></a></div>
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Ieri stavo di merda. Un'inquietudine totale. Avevo uno che mi aspettava in redazione per una mezza intervista informale e si è presentato con il cane (un cocker... <i>un cazzo di cocker</i>) e la fidanzata (sìsì, <i>la fidanzata</i>). Per togliermi dall'imbarazzo della situazione ho deciso di uscire dall'ufficio e andare con loro due e il cazzodicocker a bere un caffè. Quando sono rientrata in redazione metà pomeriggio era già volato via, mentre il rimanente mi è bastato si e no per organizzarmi il lavoro.</div>
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Sono uscita per andare al Pub dal Cavaliere Mascherato con quella sensazione stupida di non aver quagliato molto a livello lavorativo, tanto che mi sono messa a scrivere due o tre pezzi che avevo indietro, come per tamponare i miei sensi di colpa. So anche cosa c'era che non andava ieri: la grafica della redazione, dopo una mia segnalazione di un baco del sistema, mi aveva scritto che la mia nuova collega bella e bionda le aveva già detto del problema e di stare attenta che mi stava soffiando il posto.</div>
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La grafica ha detto tutto bonariamente, è molto gentile e brava e per nulla maliziosa, e so che stava scherzando. Io sono quella che le segnala sempre i bachi del sito e quando riceve una mail da parte mia si mette sempre le mani nei capelli, maledicendomi bonariamente. Ecco. Quella frase "Me l'ha già segnalato <i>lei</i>, stai attenta che ti soffia il posto", mi ha mandata in malora. Sono invidiosa? Sì, tantissimo.</div>
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Non sono invidiosa, forse sono gelosa. </div>
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Questa è bionda, ha dei capelli bellissimi, del tipo spettinati a caso da top model, ha un bel fisico, sta bene con tutto e azzecca tutti i colori dei vestiti che le fanno risaltare la pelle già abbronzata <i>perché c'ha la casa al mare </i>ed è entrata nelle grazie di tutti perché è pure brava e ha quest'aria sempre sofferente che fa molto ridere, anche se in realtà è quel pacchiano misto cinico che alla sua età fa un po' ridicolo, ma che in realtà ricorda un sacco a me cinque anni fa.</div>
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Insomma. Pure il mio collega che stravede per me non fa altro che parlarmi di lei: mi racconta della sua famiglia che è surreale (non entro nei dettagli), mi racconta cosa fa, cosa dice, cosa succede con lei quando in redazione io non ci sono (cioè tutte le mattine e tutti i pranzi)... me ne parla così tanto che l'altro giorno, mentre andavamo al concerto del Boss mi ha detto che ci sarebbe stata anche lei. Quando, prima che iniziasse il live, mi ha detto 'te l'ho detto che c'è anche....', io ho sbottato dicendo 'Sì cazzo, è la terza volta che me lo dici', frase che ha fatto impallidire lui e il mio Cavaliere Mascherato che non ha capito un cazzo.</div>
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Ecco come sono ridotta. Gli anni passano, non ne ho nemmeno trenta ma me ne sento cinquanta. Non sono più io il fenomeno di turno, ormai ho mollato le redini e mi faccio portare dal vento. E sta stronza sta prendendo il mio posto!</div>
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Oggi va molto meglio. Stamattina mi sono svegliata con la camera da letto allagata e quando ho messo giù i piedi sono entrata in una spanna d'acqua piovana. Il Cavaliere Mascherato si è armato di pistola spara tutto e ha tolto le foglie che intasavano il terrazzo e che avevano fatto ristagnare la pioggia creando una vasca di acqua che si è riversata in camera e dalla camera giù per le scale fino in sala e dalla sala giù per le scale fino in taverna. CAPITE? Ed erano solo le sei del mattino.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghNfe_g7KoqWq785e4_y7IkZv0Rek8G1mOvi_n3QY2-88vfjOum2yMcso7Rdnb0lC2wAANlnuVmbGJtQAmnXiK3DpWy7CIQFKWjgmEupq-2ZGrrWfKQqkDpqxhRH5fsUNEbMNXfCXYUuc/s1600/IMG_1540.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghNfe_g7KoqWq785e4_y7IkZv0Rek8G1mOvi_n3QY2-88vfjOum2yMcso7Rdnb0lC2wAANlnuVmbGJtQAmnXiK3DpWy7CIQFKWjgmEupq-2ZGrrWfKQqkDpqxhRH5fsUNEbMNXfCXYUuc/s400/IMG_1540.JPG" style="cursor: move;" width="400" /></a></div>
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Uccidetemi. O datemi dell'alcol.<br />
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<center><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/d-xSxWX7_-4" width="560"></iframe></center>Unknownnoreply@blogger.com6