per esempio so che del pallone sei tifosa...

intorno alle undici di questa sera, venerdì 12 settembre, saranno esattamente dieci anni.
dieci anni dalla serata in cui ho baciato per la prima volta Ale.
mi ricordo tutto come fosse ieri.

avevo quattordici anni, quindici non ancora compiuti insomma. lui diciotto.

io la ragazzetta dell'oratorio che non stava ferma un attimo, un po' presa in giro da tutti perché non era fidanzata con nessuno "di importante" della combriccola.
avevo tagliato da poco i capelli a spazzola, saranno stati lunghi due centimetri.
da una anno circa portavo anche l'apparecchio fisso, sopra e sotto.
diciamo non proprio un gioiellino.

lui era della compagnia di quelli più grandi.
quelli che all'oratorio ci venivano solo sul tardi, a fare qualche partitella al pallone.
compagnia di ragazzi silenziosi, un po' alternativa.
erano quelli che anche i miei amici sveglioni guardavano con fascino.
tutto quello che dicevano faceva ridere ed era assolutamente intelligente.

io mi ero affezionata molto a Emi.
bello, proprio bello.
appassionato come me di Bruce Willis, motivo per cui chiaccheravamo sempre sempre di cinema.
Ale invece tra tutti era il più silenzioso, il più introverso.
si diceva somigliasse a Eros Ramazzotti, e forse un pochino era vero.
stava con F., erano fidanzati da anni e anni, ma avevano quella cosa che quando stavano in mezzo agli altri non si guardavano nemmeno.
io e Ale in comune avevamo la Juve e Del Piero.
mica poco!

l'estate appena passata era stata bellissima, tutti sempre insieme.
ricordo ancora il giorno prima di partire per la toscana.
eravamo andati tutti al campo sportivo a guardare le stelle, sdraiati a terra.
stavo proprio bene.
cominciavano gli anni in cui bisognava tirare fuori un po' di personalità, ed io cominciavo a sentirmi più sicura, grazie anche ad Emi e Ale e agli altri loro amici che nei miei confronti prestavano molta attenzione.
a differenza dei miei, di amici.
quella sera di agosto, ricordo che si cantava la canzone di Alex Britti appena uscita "il tempo va, passano le ore, e finalmente faremo l'amore...".

io ero sempre più interessata ad Emi

me ne vado in vacanza, ritorno e nella casella della posta trovo una cartolina dalla Grecia:
"non ci crederai mai, ma qui parlano tutti di Ramazzotti e Del Piero. Se quando torno ti sei tagliata ancora i capelli non ti parlerò mai più. Ciao, Ale".

cavoli.

c'era anche un P.S. che sono andata a leggere al volo, con il cuore un po' tra lo stomaco e la gola:
"P.S.: C.B.C.R."

mi ricordo che sono scoppiata a ridere.
voleva dire Cresci Bene Che Ripasso.
quelle cose veramente cretine da ragazzini, ma che in quel momento erano davvero uniche.
devo aver sorriso.
sorridevo spesso tra fine agosto e inizio settembre, perché oltre a quella cartolina ricevuta, alla quale poi ho smesso di pensare, stava arrivando il 9 settembre.
9 settembre, anteprima nazionale all'Arcadia di Melzo di "Armageddon".
ovviamente con Bruce Willis.
io e Elena passavamo dal cinema un giorno sì, l'altro pure, per guardare il tabellone con il count down che avevano preparato per il film.
finalmente quel 9 settembre arriva.
andiamo al cinema
entra in scena Bruce ed io mi commuovo.
muore Bruce ed io scoppio a singhiozzare.

usciamo dal cinema, prima però vado in bagno e a prendere un pacchetto di fruittella al bar con F., la ragazza invisibile di Ale.
dicevo, usciamo dal cinema e loro sono lì: Ale, Emi e gli altri due amici Davide e Guido.

cavoli che carino che era Ale quella sera.
ma a me continuava a piacere Emi, e dopo il film avevamo un sacco di cui parlare.

il pomeriggio del 12 settembre con Elena vado in piazza, sotto i portici.
entro in una cartoleria e compro un Trudi piccolo da regalare a Emi che il giorno dopo, il 13, compie gli anni.
non so come glielo darò e che coraggio avrò, ma lo compro.
solo Elena lo sa.

la sera usciamo tutti insieme.
andiamo all'Osteria dell'11, il posto dove ho preso le miei prime secche adolescenziali.
arrivava anche Eleonora, di ritorno dall'Irlanda.
si era un po' tutti in festa, anche perché il 14 si ritornava tutti sui banchi di scuola.

finita la serata eravamo tornati al Bar Mario, una piazzettina pedonale in via Curiel con dei panettoni gialli che fungeva da punto di ritrovo, chiamata così sulla scia di un Ligabue d'annata.
oltre a Elena una mia grande amica di quel periodo era Mia.
bionda, occhi azzurri, un po' maschiaccio, capelli a caschetto, bellissima e sportiva.
non mi ero mica accorta di nulla io.
invece mentre Mia annuncia che sta per andare verso casa, Emi si alza e le dice che l'avrebbe accompagnata volentieri.
lei mi tira un'occhiata e mi dice di andare con loro.
poi si alza anche Ale e ci avviamo tutti e quattro.

io intanto ho il pupazzo nella borsa, pronta a regalarlo ad Emi.
solo che Emi continua a stare sotto a Mia, e forse capisco che non mi andrà molto bene, e che piuttosto che fare una figuraccia, il Trudi lo riciclerò come regalo.
pazienza.
intanto io ed Ale dietro chiaccheriamo un po'.
lasciamo che Mia ed Emi si salutino,
anche ad Emi non è andata bene.

torniamo indietro, ed ora dovrei andare anche io a casa.
vicini al Bar Mario io annuncio che taglio giù a sinistra, prendo il vicolo Don Bosco come sempre e vado a nanna.
vedo uno sguardo tra Emi e Ale, e Emi va via dritto dicendo ad Ale che si sarebbero visti il giorno dopo.
io ancora credo di non capire.
anche perché penso a F. che al Bar Mario vedrà arrivare solo l'amico del suo fidanzato invisibile.
facciamo via Crema (o Cremona, non mi rimarrà mai in mente nonostante sia ad un passo da casa).

Ad un certo punto ci mettiamo a parlare di quella cartolina dalla Grecia.
non so bene cosa ci diciamo, forse scherziamo sul taglio di capelli, del tipo "ah, ma alla fine te li sei tagliati di nuovo...!"
ricordo solo, con una precisione e un trasposto da far spavento, che Ale mentre curviamo nel vicolo Don Bosco, mi mette una mano dietro la schiena, in basso, e mi fa ruotare finché non ci troviamo uno difronte all'altro.

ecco.
in quel momento forse capisco.
forse realizzo che non ci volevo credere.
figurati lui con me.
figurati il più figo di loro, come personaggio intendo, con la più sfigata di noi, cioè io.
figurati se proprio lui, fidanzato con F., si fa vedere da tutti che mi accompagna a casa.
figurati se.. oddio mi bacia!
e lo fa...
prima forse lo abbraccio.
ricordo che aveva una maglia bianca a maniche lunge, a costine, e sopra una camicia leggerissima e morbida, a maniche corte.
se chiudo gli occhi sento ancora la camicia sotto le mie mani.
poi ci appoggiamo al muretto di una casa.
e li ci baciamo.
gli chiedo d F. e mi dice che si sono lasciati.
allora lo ribacio.
non penso a nulla.
non sono nulla.
puff, non esisto più del tutto.
annullata completamente.
innamorata.
subito.
per sempre.
mi accompagna del tutto a casa.
passeggiamo tenendoci per mano.
per scherzo cerco di sganciargli il marsupio (cazzo, il marsupio....)
dice che non ci è mai riuscito nessuno (come se la gente l'avesse preso come sport olimpionico)
ma io sì
e ridiamo.
e mi abbraccia
e mi bacia sotto casa
e mi dice ci vediamo domani

e io domani, 13 settembre, lo chiamo.
lo chiamo a casa.
gli chiedo cosa facciamo con gli altri, cosa diciamo come ci comportiamo...
lui dice di stare tranquilla, e di fare come niente fosse.
e infatti è stato come niente fosse.
ha solo fatto finta di venirmi addosso in scooter.
wow.

una domenica mattina, mentre ero in oratorio e vedere la partita di pallone, mi si avvicina Manu, ai tempi un grande amico (ci sarà tempo per parlarvi anche di lui...).
mi dice se ho saputo che F. e Ale sono ritornati insieme.
non ci voglio credere.
cazzo come sto male.
ma perché poi?
perché sto così male?
e poi sta cosa di me e Ale non la sa nessuno, non posso farmi vedere così.
decido di metterci una pietra sopra.
del tutto.
per sempre.


infastidita e orgogliosa come poche lascio passare del tempo.
passa meno di un mese.
il 3 ottobre esco la sera per una cosa da fare in oratorio.
poi incontro degli amici che mi chiedono se vado all'11.
perchè no!
ci vado e me lo trovo lì con altri amici.
ci si mette tutti allo stesso tavolo.
ad un certo punto, mentre io muovevo i primi passi nell'arte dell'indifferenza assoluta, Ale mi guarda, mi fa l'occhiolino e mi dice di andare in bagno.
ed io ci vado (erano proprio i primi passi, dai...)
il bagno è occupato, si libera ed entro io.
entra lui, ma quando io esco entrano due ragazze.
allora lui si lava le mani ed esce.
poi mi lavo le mani io, le ragazze escono, e lui rientra.
mi mette al muro.
mi dice di non fare così
che lui è una ragazzo complicato
che con F. doveva per forza fare così
che io gli piacevo da matti
che se erano rose sarebbero fiorite

e mi accompagna a casa.
paga, saluta gli amici e mi porta fuori di lì.
non ricordo cosa ci siamo detti.
ricordo solo che entrati nel vicolo Don Bosco mi ha chiesto dove eravamo di preciso l'ultima volta.
poi si mi ha sorriso e io non ho capito più nulla.
ci siamo abbracciati,
ci siamo rimessi dove eravamo l'altra volta.
ma non l'ho baciato.
ho fatto di tutto per resistergli
e nonostante Acqua di Gio di Armani mi entrava sotto la pelle,
nonostante mi dicesse che ero carina
nonostante l'avrei tenuto con me per sempre,
non l'ho baciato.

mi ha riportata a casa nuovamente
sotto casa ci siamo salutati proprio carini.
poi uguale a prima.
nessun cenno, nessuna parola, nessun gesto...
solo qualche sguardo ogni tanto.

avrei voluto parargli.
mi ero preparata un discorso coi fiocchi.
un discorso che gli avrei fatto quella sera del 7 novembre, in cui dopo un'uscita all'11 tutti insieme per un compleanno, ubriaca fino agli occhi, gli ho domandato palesemente di accompagnarmi a casa.
e l'ha fatto.
sempre ubriaca, arrivati al vicolo don bosco, gli ho chiesto con una vocina da oca per prenderlo in giro "dove eravamo l'atra volta?"
poi l'ho preso, messo al muro e baciato come mai.

altro che discorsetto.
non l'ho più visto.
nel senso che a fine anno l'hanno bocciato in quinta alla maturità ed è sparito dalla circolazione.

ed io sono rimasta lì.
sono rimasta lì fino sei anni fa, a quel muretto, a quel profumo, a quella camicia, a quel bagno, a quelle tre serate, alle sue poche parole, alle sua braccia, ai pochissimi attimi insieme.
sono rimasta incastrata lì per i quattro anni successivi.

l'ho rivisto poche volte.
ci siamo sempre salutati
lui non si ricorderà nemmeno
non penserà che io per tutti quegli anni sia rimasta davvero così:
annullata completamente.
innamorata.
subito.
per sempre.

e stasera, verso le undici, penserò a lui.
come ogni 12 settembre da dieci anni a questa parte.
e sarà così per tanto ancora, lo so.
mi piace troppo perdermi in quelle sere.


buon anniversario Ale.

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