il music village è una gran figata.
altro non ci sarebbe da dire, ma visto che mi conosco, preparatevi a sentirne un bel po'.
immaginatevi di affittare per le prime due settimane di settembre un villaggio turistico a Simeri, provincia di Catanzaro, e di metterci dentro: nella prima settimana band emergenti dai 18 ai 22 anni, nella seconda settimana band emergenti dai 22 anni in su.
ora immaginatevi di organizzare una giuria formata da addetti ai lavori, promotori, discografici, giornalisti etc e metterla completamente a disposizione degli ottanta gruppi che - a settimana - affolleranno il villaggio turistico.
ora immaginatevi piscina, sole, mare (a 200m!!!), amaro del capo ghiacciato, e ragazzini impazziti che vogliono farvi ascoltare a tutti i costi, a qualsiasi ora del giorno, in qualasiasi situazione (tipo quando ti sei appena tuffato in piscina), a qualunque costo, il loro demo - quasi sempre, registrato in casa.
ed eccomi. smettete di immaginare, perché è tutto reale.
ho passato dal 30 agosto al 6 settembre in balia di di ottanta gruppi.
fantastico. non potete immaginare.
la mattina c'erano dei seminari tenuti da noi addetti ai lavori, ai quali le band partecipavano incuriositi, anche se con delle facce da sonno (e da schiaffi, ogni tanto) divertentissime.
poi pranzo.
poi ognuno di noi, che era tutor di otto gruppi, in modo che ogni gruppo avesse un personaggio 'competente' di riferimeto, decideva cosa fare.
bisgonava ascoltare i demo e poi parlarne con loro.
dove? lo si decideva al momento, io solitamente lo facevo al bar oppure in spiaggia, quando tra un gruppo e l'altro andavo a far il morto nel mar ionio.
ammetto anche di essermi finta addormentata più di una volta.
perché questi ragazzetti qui, diamine, vogliono a tutti i costi avere il parere di tutti, per cui oltre ai miei otto gruppi da tutorare, avevo anche - come tutti gli altri addetti - una decina di gruppi al giorno che mi inseguivano chi con il lettore mp3, chi direttamente con il pc.
uno dei momenti quotidiani migliori era quello delle esibizioni.
due sessioni, una alle 17.30 una alle 21.30.
si esibivano sette/otto gruppi a sessioni, due brani a testa.
in giuria, tre di noi, a turno, qundi un giorno si un giorno no ti capitava di fare da giurato, o nel pomeriggio o alla sera.
fantastico scoprire che la maggior parte delle band era di influenza glam-metal-hard rock.
voi umani non avete idea di cosa i miei occhi hanno visto e di cosa le mie orecchie hanno sentito.
finite le esibizioni delle 21.30, che terminavano intorno alle 23.00, partiva il palco aperto: sullo stesso palco le band, previa prenotazione, potevano salire e fare un brano a testa, cover o proprio che fosse.
lì era da pazzi perderselo!
finale con sorpresa: il romantico acustic corner.
il piccolissimo anfiteatro del bar dove i gruppi suonavano con una sola chitarra per tutti, alla brutto dio, mischiandosi tra loro stessi, era il modo migliore per augurarsi la buona notte tra una cover degli AC/DC e una degli Oasis.
che dire.
una settimana così.
e non vi sto a dire tutto dei miei gruppi.
uno di loro si è esibito dal vivo mentre io ero in giura.
al ritornello della loro canzone 'Palle di cacca', sono scoppiata a piangere dal ridere, diventado la barzelletta della serata.
un altro gruppo di cecina, quando mi ha fatto sentire il demo, pensavo mi stesse prendendo in giro. ero furiosa per la scarsa qualità di tutto: stonati, fuori tempo.
poi ci ho parlato: loro sono in sei, sei ragazzotti di livorno e dintorno... loro sono così, punto. niente da fare.
un altro gruppo eccezionale, di bologna, aspettava che arrivasse il bassista.
arrivato, il bassista la sera stessa è andato in coma etilico e se lo sono portati via con l'ambulanza.
il giorno dopo, mentre il padre si è fatto bologna-simeri in una notte, si è presentato sul palco.
il cantante ha voluto ringraziare me, la loro tutor.
ho avuto paura che il padre del bassista, sentito ciò, volesse menarmi, invece niente.
e via così.
da raccontare ce ne sarebbero troppe.
con quest'ultima vi lascio.
una sera, abbandono l'acustic corner fortemente provata dall'ennesimo amaro del capo.
mi avvio nel vialetto per raggiungere il mio appartamentino (bellissimi, tutti quanti!).
da un cespuglio sulla mia destra spunta con un balzo un ragazzo.
mi guarda, ha i capelli ricci, biondo scuro, un po' di barba incolta.
è a piedi nudi, maglietta stropicciata e borsa a tracolla.
mi sorride, con tutta la faccia, e in veneto stretto dice:
'posso fare due passi con te'.
'sì'
'posso darti un bacio?'
'NO!'
'posso darti un bacio sulla guancia?'
e mi guarda.
e sorride dappertutto.
e io rispondo:
'piano...'
si avvicina, mi bacia e ritorna da dove se ne è venuto.
il giorno dopo lo cerco tra i ragazzi al seminario, ma non lo vedo.
e pensare che nemmeno l'avevo visto prima di quella sera, eppure era già il terzo giorno.
al pomeriggio vado in spiaggia.
mentre sono sul vialetto che porta al mare, da sola, mi viene incontro uno con un cappello di paglia enorme, testa china.
ci passiamo accanto, alza la testa: e lui!
mi sorride, io tolgo l'iPod e gli dico:
'ma sei tu...! ma come ti è venuta?'
sorrire. ancora.
e se ne va. ancora.
comincio ad incuriosirmi.
chiedo in giro di che gruppo è, se qualcuno lo conosce... niene da fare.
mi rispunta la sera stessa.
mi chiede un abbraccio, in mezzo a tutti 'sta volta.
io imbarazzata gli dico di no, finché non mi dice chi è, da dove viene, come si chiama, in che gruppo suona, dove sta tutto il giorno, perché è sempre ubriaco, perché è sempre solo... niente da fare.
non risponde e se ne va.
la sera dopo.
mi arriva da dietro di corsa, mentre assisto ad un gruppo al palco aperto, insieme ad altri gruppi con cui intanto discuto.
mi bacia sulla guancia, dicendo 'con questo ti punisco' e riscappa via.
lo trovo.
lo prendo sotto bracci, e percorriamo almeno venti volte il vialetto delle casette che dall'entrata porta la bar (quindi anche in mezzo a tutti).
parliamo.
timidamente parliamo.
Alex, di Vicenza, 21 anni, è lì a suonare il basso con un gruppo che non è il suo, ma gli piace talmente la musica, che a costo di suonare, è venuto fin qui.
studia a casa, deve andare in quinta geometra.
non si fa vedere di giorno perché quelli con cui sta non li sopporta, troppo banali.
quando mi ha vista la prima sera tornare alla mia casetta, era nel mezzo di una discussione noiosa con loro, così mi ha vista e ha pensato che fossi molto carina con quella luce e con quello sguardo a terra, perciò e venuto lì da me.
aveva voglia di camminare con me.
perché quando cammina da solo, ma gli è successo anche mentre lo faceva con me, sente Miles Davis.
ed io lo guardo.
mentre dice lentamente, incespicandosi, sorridendo, guardandomi, tutte queste parole infila l'una all'altra, io lo guardo.
e penso che starei ore a camminare con lui.
mi chiede di abbracciarlo.
lo abbraccio.
si stacca da me e dice: 'non sapevo ci fosse anche il tuo profumo'
ed io rimago lì.
a fare quella che niente la tocca.
ma non ci ha creduto nemmeno lui.
abbiamo camminato ancora.
poi ci siamo seduti.
ha cominciato con un discorso lamentoso sul non essere capito, sul fatto che la gente di qua e la gente di là...
gli ho messo un dito sulla bocca, gli ho preso la barba tra le mani e gli ho dato un bacio.
non avrei dovuto.
io tutor, lui dall'altra parte.
ho iniziato questo mestiere quando avevo 21 anni.
è da allora che nei rapporti lavorativi sono di legno.
poca confidenza, autorevolezza e rigore.
troppo facile, data la mia età, prendersi una sbandata.
o sbandare e basta senza predensi niente.
per cui: serietà. massima.
ma giuro, che per quest'unica volta... è stato indescrivibile.
il giorno dopo sono partita.
nessuno lo conosce, io so solo un nome e una città.
nemmeno il nome del gruppo.
e tutto ciò è fantastico.
mi sa che sarà il mio pensiero felice del 2010.
quel posticino nel quale rifugiarmi quando fuori tutto fa brutto.
THE END
d.
altro non ci sarebbe da dire, ma visto che mi conosco, preparatevi a sentirne un bel po'.
immaginatevi di affittare per le prime due settimane di settembre un villaggio turistico a Simeri, provincia di Catanzaro, e di metterci dentro: nella prima settimana band emergenti dai 18 ai 22 anni, nella seconda settimana band emergenti dai 22 anni in su.
ora immaginatevi di organizzare una giuria formata da addetti ai lavori, promotori, discografici, giornalisti etc e metterla completamente a disposizione degli ottanta gruppi che - a settimana - affolleranno il villaggio turistico.
ora immaginatevi piscina, sole, mare (a 200m!!!), amaro del capo ghiacciato, e ragazzini impazziti che vogliono farvi ascoltare a tutti i costi, a qualsiasi ora del giorno, in qualasiasi situazione (tipo quando ti sei appena tuffato in piscina), a qualunque costo, il loro demo - quasi sempre, registrato in casa.
ed eccomi. smettete di immaginare, perché è tutto reale.
ho passato dal 30 agosto al 6 settembre in balia di di ottanta gruppi.
fantastico. non potete immaginare.
la mattina c'erano dei seminari tenuti da noi addetti ai lavori, ai quali le band partecipavano incuriositi, anche se con delle facce da sonno (e da schiaffi, ogni tanto) divertentissime.
poi pranzo.
poi ognuno di noi, che era tutor di otto gruppi, in modo che ogni gruppo avesse un personaggio 'competente' di riferimeto, decideva cosa fare.
bisgonava ascoltare i demo e poi parlarne con loro.
dove? lo si decideva al momento, io solitamente lo facevo al bar oppure in spiaggia, quando tra un gruppo e l'altro andavo a far il morto nel mar ionio.
ammetto anche di essermi finta addormentata più di una volta.
perché questi ragazzetti qui, diamine, vogliono a tutti i costi avere il parere di tutti, per cui oltre ai miei otto gruppi da tutorare, avevo anche - come tutti gli altri addetti - una decina di gruppi al giorno che mi inseguivano chi con il lettore mp3, chi direttamente con il pc.
uno dei momenti quotidiani migliori era quello delle esibizioni.
due sessioni, una alle 17.30 una alle 21.30.
si esibivano sette/otto gruppi a sessioni, due brani a testa.
in giuria, tre di noi, a turno, qundi un giorno si un giorno no ti capitava di fare da giurato, o nel pomeriggio o alla sera.
fantastico scoprire che la maggior parte delle band era di influenza glam-metal-hard rock.
voi umani non avete idea di cosa i miei occhi hanno visto e di cosa le mie orecchie hanno sentito.
finite le esibizioni delle 21.30, che terminavano intorno alle 23.00, partiva il palco aperto: sullo stesso palco le band, previa prenotazione, potevano salire e fare un brano a testa, cover o proprio che fosse.
lì era da pazzi perderselo!
finale con sorpresa: il romantico acustic corner.
il piccolissimo anfiteatro del bar dove i gruppi suonavano con una sola chitarra per tutti, alla brutto dio, mischiandosi tra loro stessi, era il modo migliore per augurarsi la buona notte tra una cover degli AC/DC e una degli Oasis.
che dire.
una settimana così.
e non vi sto a dire tutto dei miei gruppi.
uno di loro si è esibito dal vivo mentre io ero in giura.
al ritornello della loro canzone 'Palle di cacca', sono scoppiata a piangere dal ridere, diventado la barzelletta della serata.
un altro gruppo di cecina, quando mi ha fatto sentire il demo, pensavo mi stesse prendendo in giro. ero furiosa per la scarsa qualità di tutto: stonati, fuori tempo.
poi ci ho parlato: loro sono in sei, sei ragazzotti di livorno e dintorno... loro sono così, punto. niente da fare.
un altro gruppo eccezionale, di bologna, aspettava che arrivasse il bassista.
arrivato, il bassista la sera stessa è andato in coma etilico e se lo sono portati via con l'ambulanza.
il giorno dopo, mentre il padre si è fatto bologna-simeri in una notte, si è presentato sul palco.
il cantante ha voluto ringraziare me, la loro tutor.
ho avuto paura che il padre del bassista, sentito ciò, volesse menarmi, invece niente.
e via così.
da raccontare ce ne sarebbero troppe.
con quest'ultima vi lascio.
una sera, abbandono l'acustic corner fortemente provata dall'ennesimo amaro del capo.
mi avvio nel vialetto per raggiungere il mio appartamentino (bellissimi, tutti quanti!).
da un cespuglio sulla mia destra spunta con un balzo un ragazzo.
mi guarda, ha i capelli ricci, biondo scuro, un po' di barba incolta.
è a piedi nudi, maglietta stropicciata e borsa a tracolla.
mi sorride, con tutta la faccia, e in veneto stretto dice:
'posso fare due passi con te'.
'sì'
'posso darti un bacio?'
'NO!'
'posso darti un bacio sulla guancia?'
e mi guarda.
e sorride dappertutto.
e io rispondo:
'piano...'
si avvicina, mi bacia e ritorna da dove se ne è venuto.
il giorno dopo lo cerco tra i ragazzi al seminario, ma non lo vedo.
e pensare che nemmeno l'avevo visto prima di quella sera, eppure era già il terzo giorno.
al pomeriggio vado in spiaggia.
mentre sono sul vialetto che porta al mare, da sola, mi viene incontro uno con un cappello di paglia enorme, testa china.
ci passiamo accanto, alza la testa: e lui!
mi sorride, io tolgo l'iPod e gli dico:
'ma sei tu...! ma come ti è venuta?'
sorrire. ancora.
e se ne va. ancora.
comincio ad incuriosirmi.
chiedo in giro di che gruppo è, se qualcuno lo conosce... niene da fare.
mi rispunta la sera stessa.
mi chiede un abbraccio, in mezzo a tutti 'sta volta.
io imbarazzata gli dico di no, finché non mi dice chi è, da dove viene, come si chiama, in che gruppo suona, dove sta tutto il giorno, perché è sempre ubriaco, perché è sempre solo... niente da fare.
non risponde e se ne va.
la sera dopo.
mi arriva da dietro di corsa, mentre assisto ad un gruppo al palco aperto, insieme ad altri gruppi con cui intanto discuto.
mi bacia sulla guancia, dicendo 'con questo ti punisco' e riscappa via.
lo trovo.
lo prendo sotto bracci, e percorriamo almeno venti volte il vialetto delle casette che dall'entrata porta la bar (quindi anche in mezzo a tutti).
parliamo.
timidamente parliamo.
Alex, di Vicenza, 21 anni, è lì a suonare il basso con un gruppo che non è il suo, ma gli piace talmente la musica, che a costo di suonare, è venuto fin qui.
studia a casa, deve andare in quinta geometra.
non si fa vedere di giorno perché quelli con cui sta non li sopporta, troppo banali.
quando mi ha vista la prima sera tornare alla mia casetta, era nel mezzo di una discussione noiosa con loro, così mi ha vista e ha pensato che fossi molto carina con quella luce e con quello sguardo a terra, perciò e venuto lì da me.
aveva voglia di camminare con me.
perché quando cammina da solo, ma gli è successo anche mentre lo faceva con me, sente Miles Davis.
ed io lo guardo.
mentre dice lentamente, incespicandosi, sorridendo, guardandomi, tutte queste parole infila l'una all'altra, io lo guardo.
e penso che starei ore a camminare con lui.
mi chiede di abbracciarlo.
lo abbraccio.
si stacca da me e dice: 'non sapevo ci fosse anche il tuo profumo'
ed io rimago lì.
a fare quella che niente la tocca.
ma non ci ha creduto nemmeno lui.
abbiamo camminato ancora.
poi ci siamo seduti.
ha cominciato con un discorso lamentoso sul non essere capito, sul fatto che la gente di qua e la gente di là...
gli ho messo un dito sulla bocca, gli ho preso la barba tra le mani e gli ho dato un bacio.
non avrei dovuto.
io tutor, lui dall'altra parte.
ho iniziato questo mestiere quando avevo 21 anni.
è da allora che nei rapporti lavorativi sono di legno.
poca confidenza, autorevolezza e rigore.
troppo facile, data la mia età, prendersi una sbandata.
o sbandare e basta senza predensi niente.
per cui: serietà. massima.
ma giuro, che per quest'unica volta... è stato indescrivibile.
il giorno dopo sono partita.
nessuno lo conosce, io so solo un nome e una città.
nemmeno il nome del gruppo.
e tutto ciò è fantastico.
mi sa che sarà il mio pensiero felice del 2010.
quel posticino nel quale rifugiarmi quando fuori tutto fa brutto.
THE END
d.
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