stylo

mi arriva un sms stamani: "vanity fair, pagina 202".
la ross arriva puntuale in ufficio con una copia del settimanale che timidamente sfoglio fino ad arrivare al punto.
il messaggio me l'ha mandato il bepi, che poco fa mi manda anche una mail con un link.
c'è il nuovo videoclip dei Gorillaz, che al di là del brano che è una figata, nel video hanno ospitato uno degli uomoni della mia vita, l'ultimo che mi sarei aspettata di vedere in un video di albarn & co.

il resto tutto ok. sono due giorni che a pranzo faccio incontri casuali quanto strani mentre passeggio per san gottardo. incontri che un po' mi tolgono il fiato e che un po' mi fanno pensare. e non è che abbia poi questa gran voglia, di pensare.
avrei voglia di andare ad un concerto, quello sì. un bel concerto di quelli grossi, che esci tutta sudata e senza voce. arriverà anche questo.

non so se proprio tra queste pagine o meno, ma tempo fa devo aver scritto da qualche parte che avrei voluto cambiare vita. diciamo che era un anno che dicevo che volevo trasferirmi a milano, e da lì sarebbero cambiate alcune cose. dicevo che mi sarei concentrata su me stessa, che mi sarei viziata un pochino. volevo assolutamente acquistare dei beni di puro piacere, che ho in testa da un po': un orologio in acciaio da uomo, magari quelli da taschino, un accendino zippo, delle tazzine del caffé in ferro e una macchina da scrivere.








domenica, al mercatino dell'usato di san donato con le ragazze, ho acquistato finalmente il mio primo veneziano. l'ho girato e rigirato in mano fino a farmelo scivolare dalle dita sudate, l'ho annusato, l'ho aperto e chiuso e acceso mille volte. è una goduria per il tatto e per la vista, e se vado avanti di questo passo, con il fatto che ho cambiato casa e comprato il mio primo zippo, non nego di vedermi già battere a macchina il mio cazzo di libro, magari mentre sorseggio caffé dalla mia tazzina in ferro smaltato e guardo l'ora dal mio orogologio, tolto dal taschino, appoggiato sulla scrivania in legno.

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