manchester, gennaio

Sinceramente, se non fossi andata per il Festival delle Ale invernali, a Manchester forse non ci sarei mai passata in vita mia. 
Certo, la voglia di vedere i Red Devil giocare contro il City sarebbe da togliersela, ma diciamo che Manchester non è propriamente una ridente meta turistica molto ambita. Prima di partire tutti quelli che ci erano stati ci dicevano che non c'era molto, che era una cittadina industriale un po' fredda e che dopo due giorni non sai più cosa vedere.

Niente di più sbagliato.
Manchester è ospitale e operaia, ricorda molto lo stile di Full Monty, con abitanti - magari più in periferia - con quell'aria un po' segnata dalla vita, ma sempre e comunque gentili e disponibili, forse un po' burberi, ma mi è piaciuto anche questo. Di pub intorno al centro non se ne trovano moltissimi, bisogna perdersi un po' nelle vie periferiche per trovarne di veramente tradizionali, con magari solo due pompe e tre tavolini, o enormi da rimanerci dentro una settimana come quello dove siamo stati l'ultima sera e che ci ha permesso - sulla via del ritorno - di ammirare una Manchester notturna e fredda, ma dai grandi spazi.

I colori sono per lo più quelli dell'acciaio e dei mattoni rossi, il tutto ricoperto dal cielo inglese, sempre pieno di vento che porta con sé nuvole e pioggia, lasciando spazio però anche a raggi di sole inaspettati.

Questa è la mia Manchester.

  


             






   



    

   













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